Dopo gli arresti, le indagini non si fermano e si lavora per trovare legami tra i componenti della banda della marmotta sgominata con l’operazione di ieri e altri colpi avvenuti tra Molise, Puglia, Campania e Basilicata. Alla fine potrebbero essere molti di più rispetto agli undici finora scoperti gli attacchi esplosivi ai bancomat.
Intanto stamattina si è tenuta l’udienza di convalida davanti al giudice per i quattro destinatari delle misure cautelari, nelle prossime settimane tutto il fascicolo passerà dalla procura di Larino a quella di Foggia per competenza territoriale.
Emergono inoltre nuovi particolari: per la svolta nell’inchiesta elemento decisivo è stato, oltre all’utilizzo di un auto non contraffatta nel colpo di San Martino, anche il ferimento dei malviventi in un altro attacco esplosivo. Uno di loro in particolare con una mano ustionata in modo serio era stato costretto a recarsi al Pronto soccorso dell’ospedale di Foggia dove si era fatto curare. Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere dell’ospedale nelle quali si vede l’uomo uscire con la mano fasciata, mano fasciata ripresa poi anche da altre telecamere durante un colpo della banda.
C'è infine un altro aspetto importante sul quale si continua a indagare: la provenienza dell’esplosivo; la banda disponeva sempre di grandi quantitativi ed era in grado di fare più colpi nella stessa notte tanto che in alcune circostanze sono state anche ritrovate auto con l’esplosivo ancora a bordo.















