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Maneskin, il fan club ufficiale ha un pezzo di cuore barese: «La nostra vita al fianco della band»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Maneskin, il fan club ufficiale ha un pezzo di cuore barese: «La nostra vita al fianco della band»

In attesa del concerto di Bari parla Davide Lofoco, uno dei 7 coordinatori: «Siamo un filtro tra il gruppo e il pubblico, li seguiamo dagli esordi»

Lunedì 27 Marzo 2023, 12:27

29 Marzo 2023, 20:05

BARI - Il concerto di Bari dei Måneskin, in programma il 31 marzo al PalaFlorio, è sold out da mesi. Le trentadue tappe del Loud Kids Tour stanno collezionando un successo dietro l'altro in tutto il mondo. Ma la Puglia ha un posto particolare nel cuore di Damiano David e compagni, perché pugliese è uno dei volti dietro al Maneskin Official Fan Club (qui i link a tutte le loro pagine social).

Un impegno che per Davide Lofoco, della provincia di Bari, e compagni è quasi come un lavoro: seguono la band fin dalla prima audizione a X-Factor, oggi partecipano a tutti i loro eventi e concerti, perfino oltreoceano, da una posizione privilegiata. Fanno i turni di notte per monitorare i canali social durante i live in America. Ma soprattutto sono il ponte tra la band e l'enorme pubblico che cresce giorno dopo giorno. La «Gazzetta» in vista della tappa barese ha intercettato proprio Davide per capire quanto sia diventato importante oggi il ruolo del fan club, a strettissimo contatto con Damiano, Victoria, Ethan e Thomas. «Sono reduce da una nottata di fuoco - racconta subito - abbiamo dovuto gestire una grana pesante su Twitter. Purtroppo come i Maneskin hanno degli haters, li abbiamo anche noi».

Cominciamo da voi: quanti siete, cosa fate nella vita e come è nato il fan club?

«Siamo sette componenti, più alcune ambasciatrici sparse in tutta Europa, perché essere presenti a tutti gli eventi è umanamente impossibile. Io sono l'unico pugliese, gli altri arrivano tutti da Roma in su, e abbiamo tutti una "doppia vita": c'è chi lavora, come me, chi studia, c'è una professoressa, c'è perfino qualcuno che quest'anno ha l'esame di maturità. L'idea del fan club è stata di Anna Curia, la fondatrice, che fin dalla prima audizione a X-Factor ha creduto nelle potenzialità della band, siamo cresciuti insieme a loro».

In mezzo anche a tante difficoltà, sappiamo che avete avuto qualche problema con Instagram...

«Oggi la nostra pagina Instagram ufficiale si chiama @maneskinofficialfanclubx2. Quel "x2" perché la nostra prima pagina, quella nata il giorno delle audizioni, è stata chiusa a causa di alcune segnalazioni dall'America riguardo la condivisione di alcune foto. La pagina aveva 130mila follower, cresciuti a dismisura dopo la vittoria a Sanremo e all'Eurovision. Purtroppo oltreoceano ci sono regole diverse, io e la mia collega che condivideva con me il "turno di notte" ci svegliammo alle 3 e scoprimmo che il profilo era stato cancellato. La stessa band si è spesa per noi, chiedendo la riabilitazione dell'account, purtroppo non ce l'abbiamo fatta e ci siamo dovuti ricostruire da zero, con costanza, passione e dedizione».

Siete però stati ripagati da tanti momenti di interazione diretta con la band, ormai siete parte dello show

«Ognuno di noi ha avuto i suoi momenti. Tutto è nato durante la pandemia, quando in occasione di uno showcase per una nota radio nazionale lo staff dei Maneskin ci chiese di partecipare a un'intervista corale. È stato un bellissimo momento di condivisione, e da lì la strada si è spianata. I ragazzi ci conoscono, si affidano alla nostra professionalità, a volte ci consegnano anche materiale inedito, siamo proprio un filtro tra loro e i fan».

I backstage dei concerti, la gestione dei social, come funzionano le vostre attività?

«Oggi per la band e per il suo staff abbiamo un ruolo, sono loro stessi talvolta a darci indicazioni e a coinvolgerci. Siamo stati, ad esempio, invitati al Palazzo Brancaccio di Roma per l'uscita dell'album "Rush". I fan ci conoscono, si appoggiano a noi per i concerti, gestiamo le file, l'ordine pubblico, anche in collaborazione con la security del posto. Animiamo il pre-concerto, perché stare in fila tante ore può essere difficile. Canalizziamo l'aspetto estetico e contenutistico della band, e poi accogliamo le risposte del pubblico».

(i ragazzi del fan club con i Maneskin al Palazzo Brancaccio)

Per la tappa di Bari state preparando qualcosa?

«Quel concerto lo gestirò io in maniera esclusiva, un'altra sfida. Non facciamo mai spoiler se stiamo o meno preparando qualcosa, spesso lasciamo che sia il pubblico a prendere iniziative su striscioni e cartelloni. Le "fan action" ufficiali, di gruppo, sono dedicate ai grandissimi eventi, come fu per l'Auditorium a Roma o il Carroponte a Milano, o per il live all'Arena di Verona. Non le organizziamo per tutti i concerti perché altrimenti perdono importanza».

Di tutta questa avventura qual è il ricordo più bello finora?

«Non esiste, è un percorso costante che racconteremo ai nostri figli e nipoti. Per quanto riguarda me, la prima volta che sono salito sul palco a Verona è stata inaspettata. Fui il primo a mettere piede, Damiano mi riconobbe e mi abbracciò, la gratitudine della band per tutto il lavoro che facciamo è sempre tantissima».

Fin dove seguirete i Maneskin?

«La fondatrice è andata perfino in America, New York, Washington, mentre noi la supportavamo in "smartworking". Oggi siamo in procinto di organizzarci per raggiungere le tappe di Singapore, Giappone, Australia...».

Per concludere, quanto conta oggi per la carriera di un artista il ruolo del fan?

«Oggi è fondamentale, e quello del fan club ancora di più. Un artista vende grazie al fan e deve fidelizzarlo, ha bisogno del suo supporto, consenso e relative critiche. Noi ci siamo imposti di non condividere mai nulla della vita privata della band, per noi la privacy ha assoluta importanza, non superiamo mai i limiti. Il nostro lavoro è fondamentale nella gestione della fanbase, abbiamo persone che ci scrivono da tutto il mondo, sono felici gente di tutte le età. E se il pubblico è contento, si riflette tutto sull'umore della band stessa».

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