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Bianca Chiriatti
20 Febbraio 2020
Un 45 giri con due brani, "A pezzi il cuore", sul Lato A, e "Universo Statico", sul Lato B, come si faceva un tempo: è l'idea che ha avuto il cantautore salentino Blumosso, all'anagrafe Simone Perrone, che ha pubblicato le due canzoni contemporaneamente (qui il link per ascoltare "A pezzi il cuore", in perfetto stile british, orecchiabile e incalzante). Un periodo di grande fermento creativo per Blumosso, che ha anche pubblicato da poco per la casa editrice Kimerik il suo secondo romanzo, "Schiena Cucita". Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per farci raccontare i retroscena dei suoi progetti:
Due brani insieme in un Lp, idea quasi anacronistica, ma proprio per questo interessante. Da dove arriva?
Mi sono guardato intorno e mi sono accorto che sta cambiando tutto, la fruizione della musica sta cambiando, anche la stessa idea di disco sta venendo meno. O meglio, il disco da punto di partenza sta diventando un punto d’arrivo, un contenitore finale nel quale racchiudere una serie di singoli pubblicati nei mesi precedenti. In questo modo si tende a valorizzare sempre di più le canzoni con le caratteristiche di singolo, e meno le cosiddette canzoni da disco (a mio parere il lato più interessante di ogni cantautore o band). Ho pensato quindi di accostare a un singolo, “A pezzi il cuore”, una canzone a cui tengo molto, ma alla quale non riuscivo a dare una collocazione discografica.
In un mondo in cui ormai anche le classifiche viaggiano grazie allo streaming, secondo te il supporto fisico (cd, vinile) oggi cosa rappresenta?
Il supporto fisico serve sempre come testimonianza di esistenza. Una prova per dire “Io esisto, la mia arte esiste”. Mettiamo il caso, un giorno, il tuo distributore, sia Instagram, Spotify, YouTube, fallisca. La tua musica pubblicata fino a quel momento scomparirebbe, e di te, come artista, non rimarrebbe traccia. E poi quanto è bello toccare? Quanto è bello l’odore delle cose: un disco, un libro?
È un periodo di grande fermento per te, la musica e il tuo secondo romanzo, Schiena Cucita: come è nata quest'esigenza di raccontarti ancora una volta nelle pagine di un libro?
È qualche anno ormai che sono entrato nell’ottica che devo pubblicare tutto quello che posso, da solo o con un supporto che possa essere un’etichetta discografica o una casa editrice. Forse è un’illusione, ma è un periodo storico in cui, seppur limitatamente, un’artista ha una chance per crearsi un pubblico. Nel mio caso, l’esigenza di raccontarmi con un libro nasce naturalmente: io ho voglia di esprimermi e lo faccio con i mezzi a me più congeniali; uno di questi mezzi è la musica, ma da sempre ho anche scritto, di conseguenza cerco di ritagliarmi spazi anche attraverso questo canale
Che differenze hai trovato nella stesura del tuo romanzo precedente e di questo?
Sono due romanzi molto diversi tra loro (sebbene abbiano lo stesso personaggio, Carlo Barrassi – ma si possono leggere separatamente). La differenza sta nella programmazione. “Spremuta d’arancia a mezzogiorno” era la mia prima esperienza
letteraria, la storia è frutto di momenti creativi separati tra loro. In “Schiena cucita” avevo cose precise da raccontare, ho fatto un mio piano di lavoro e ho lavorato al libro in modo più ordinato. Tutto questo mi ha fatto riflettere e ho riscontrato, in tal
senso, una mia crescita personale e artistica.
Colpiscono molto le copertine dei singoli: quasi speculari, un lato a colori e un lato in bianco e nero. Chi è la ragazza in foto?
Tengo molto alle copertine dei miei singoli, le curo io e tranne che in due casi – Irmã cara e Quest’ultima canzone – le foto le ho scattate io. Non mi piacciono i limiti, non mi piace ridurre Blumosso alla sola idea di canzone, c’è tanto, molto altro dietro. Ci sono immagini e colori, neologismi (Blumosso lo è), disegni. Tutto questo lo faccio anche circondandomi di gente che viaggia sulla mia stessa lunghezza d’onda di pensiero. Un grosso merito dal punto di vista dei disegni di Blumosso, dei video delle canzoni, e ultimamente anche a livello di arrangiamenti va a Matteo Bemolle (tastierista); sua è l’idea e la realizzazione dei video di In un albergo di Milano e Diverso, e suoi sono gli arrangiamenti di alcuni tra gli ultimi pezzi che ho pubblicato: Considerazioni sulla vita, Quest’ultima canzone e Universo statico. Poi c’è RafQu con il quale ho scritto “Diverso” e altre canzoni che usciranno nei prossimi mesi. Insomma, io scrivo e cerco di esprimermi al meglio, ma mi circondo di persone che possano arricchirmi: il singolo perde sempre contro una bella squadra. La ragazza in copertina si chiama Margherita Aprile. Mi piaceva la sua semplicità, ho cercato di catturarla con una foto. Inoltre in questo periodo ho voglia occhi, di sguardi, quindi volevo trattenere tutto ciò in un mio lavoro; ho pensato fosse il momento giusto per farlo
Quali sono i tuoi progetti imminenti, musicali ed extramusicali?
Sto promuovendo “A pezzi il cuore / Universo Statico” con dei live. Venerdi 21 febbraio sarò a Bologna – Gallery 16, poi il 27 torno dalle mie parti e suonerò a Nardò (Le) – Jungle Parco Raho. A marzo ci saranno altri appuntamenti che svelerò sui miei canali social alla fine di febbraio. Parallelamente a tutto ciò porto in giro il mio romanzo “Schiena Cucita”, le prossime presentazioni saranno a Nardò – La vetrina del Gusto, e a Lecce – Fondo Verri. Le date sono in continuo aggiornamento.
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