Domenica 19 Ottobre 2025 | 17:32

Taranto, Melucci-bis al capolinea: protocollate le 17 firme, il Consiglio verso scioglimento anticipato. «In questi anni clima di continue divisioni»

Taranto, Melucci-bis al capolinea: protocollate le 17 firme, il Consiglio verso scioglimento anticipato. «In questi anni clima di continue divisioni»

 
Fabio Venere

Reporter:

Fabio Venere

Dimissioni in blocco, si va verso le elezioni anticipate tra maggio e giugno

Venerdì 21 Febbraio 2025, 10:07

14:53

TARANTO - Sono state depositate all’ufficio protocollo del Comune di Taranto le dimissioni contestuali di 17 consiglieri su 32 che determineranno lo scioglimento anticipato del consiglio comuale e comportano la fine del secondo mandato del sindaco Rinaldo Melucci. Il documento con le firme sarà trasmesso al segretario generale del Comune che a sua volta lo invierà al prefetto di Taranto Paola Dessì per le successive determinazioni. Sarà nominato un commissario fino alle nuove elezioni che saranno fissate tra maggio e giugno.

La raccolta firme è avvenuta in tempo utile per consentire ai tarantini di tornare alle urne tra poche settimane e non attendere la scadenza del 2027. Melucci fu eletto in quota Pd nel giugno del 2022, supportato da un’alleanza di centrosinistra, con il 60 per cento dei voti. Dopo l’apertura del primo cittadino a Italia Viva la maggioranza è mutata e diversi consiglieri hanno lasciato i partiti di appartenenza diventando civici per rimanere accanto al sindaco. Le fibrillazioni sono proseguite e si è giunti alla raccolta di 17 firme, 8 del centrodestra e 9 eletti nelle fila del centrosinistra.

SINDACO MELUCCI: IN QUESTI ANNI CLIMA DI CONTINUE DIVISIONI

«Credo sia un problema culturale questa divisione, questa schizofrenia continua, endemica. E’ ciò che poi consente ad altri poteri e ad altre intelligenze a Bari e a Roma di sopraffare sempre gli interessi di questo territorio. Non impariamo mai la lezione». Così il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci in merito alle dimissioni contestuali di 17 consiglieri su 32 che hanno fatto partire l’iter per lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. Era già accaduto nel novembre 2021 dopo il primo mandato. Melucci era stato poi rieletto a giugno 2022 con una maggioranza di centrosinistra che si è via via sfaldata. Il documento con le 17 firme di consiglieri protocollate in un ufficio comunale decentrato sarà trasmesso al segretario generale che lo inoltrerà al Prefetto per le successive determinazioni.

«Credo che stiano accadendo cose - ha aggiunto Melucci - che si stavano ripetendo in maniera ricorrente da due-tre anni e che non hanno niente a che fare con la politica. Consiglieri che cambiano all’improvviso senza alcuna motivazione il loro atteggiamento sono indotti da cose altre che non sta a me sindacare, altri verificheranno. Per fortuna in questi anni qualcosa per rimettere in moto la vita di questa città, il sistema economico, le infrastrutture, è accaduta».

LA NOTIZA NELL'ARIA DA GIORNI

La notizia era già nell'aria da ieri sera, quando i giornalisti stavano ancora seguendo la conferenza stampa degli otto consiglieri di centrodestra. Che, in estrema sintesi, hanno confermato la loro volontà di far cadere il sindaco Melucci ma in maniera autonoma dal centrosinistra che, nella serata di mercoledì scorso, aveva già raccolto sei firme (Liviano, Bitetti, Contrario, Lonoce, Di Gregorio, Lenti) e che aveva la settima (Boshnjaku) nel cassetto.

«Questa volta - ha tuonato Francesco Battista (Lega) - la strategia la decidiamo noi, non il Pd e il centrosinistra. Sono stati loro ad eleggere Melucci per due volte e a farlo diventare pure presidente della Provincia, ma ora fanno finta di non avere più nulla a che fare con lui. Che ipocrisia». Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato Giampaolo Vietri (Fratelli d’Italia) che ha ricordato: «Il Partito democratico governa il Comune di Taranto dal 2009. Da allora, ha occupato praticamente tutti gli assessorati, le aziende partecipate, l’Urban center e ora si è ricordato che il sindaco, che gli stessi Dem hanno eletto, non va più bene? Noi siamo pronti a farlo cadere, ma alle nostre condizioni e quindi – ha concluso Vietri – andremo nell’ufficio del segretario generale e non in uno studio notarile. A proposito, giuro sui miei figli – ha concluso solennemente il consigliere meloniano – che i cosiddetti progressisti non ci hanno minimamente informato che si stavano recando dal dottor Monti».

La parola poi è passata a Mirko Maiorino (Pli) che ha rivendicato come «le persone sedute a questo tavolo sono le uniche a non aver avuto mai incarichi da Melucci. Il centrosinistra che, in maniera carbonara, si è presentato da un notaio con l’obiettivo di farlo cadere non può, invece, affermare la stessa cosa». Dal Pli a Svolta liberale. Walter Musillo, ieri sera, si è rivolto così ai giornalisti: «Qualsiasi commissario sarebbe preferibile a Rinaldo Melucci, alla sua giunta e alla sua maggioranza. E a me andrebbe bene anche un commissariamento lungo. L’obbligo di farlo cadere entro il 24 febbraio per votare presto, per qualcuno in questa città, ogni volta, si trasforma in un alibi». Oltre a Francesco Cosa, per Svolta liberale, è intervenuto Mimmo Festinante che si è sbilanciato in una profezia: «Vedrete, non troveremo altri 2 consiglieri pronti a dimettersi e quindi non arriveremo alle 17 firme necessarie». Ha chiuso la conferenza stampa il forzista Massimiliano Di Cuia. Che ha assicurato: «Da parte nostra non ci sono vendette e rancori verso Melucci, ma lo riteniamo inadeguato ad affrontare le future sfide importanti della città».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)