Sabato 06 Settembre 2025 | 12:03

Tra le montagne americane del Vermont ci sono i trulli pugliesi: l'idea di Thea Alvin

 
Enrica Simonetti

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Enrica Simonetti

I trulli che realizza sono in realtà dei forni attorno ai quali la comunità si riunisce. Ma come ha fatto la scalpellina a imparare a costruire trulli? Semplice, è venuta in Puglia, a Ceglie Messapica

Sabato 02 Novembre 2024, 19:01

Sorpresa! Ci sono i trulli tra le montagne americane del Vermont: piccoli, deliziosi, rigorosamente costruiti alla pugliese. A lavorare, tra pietra e polvere è Thea Alvin, un'espertissima scalpellina, che lavora la pietra da 40 anni. “Mentre le altre bambine giocavano con le bambole, io già mi attorniavo di pietre”, racconta l'artista americana, che si è innamorata della Puglia e ne ha trasportato idealmente un pezzo nel suo Vermont, dove vive, quasi al confine con il Canada. La sua storia è tutta da raccontare, perché Thea ha voluto “trapiantare” negli Usa l'idea di trullo, plasmandola di convivialità e calore pugliese.

Il suo progetto, infatti, parte dalla pietra e dai muretti a secco per diventare sociale: i trulli che realizza sono in realtà dei forni attorno ai quali la comunità si riunisce. Ma come ha fatto la scalpellina a imparare a costruire trulli? Semplice, è venuta in Puglia, a Ceglie Messapica.

“Il trullaro Mario è stato il mio maestro – racconta – ed è stato bellissimo seguire le sue mani. Tra noi c'era una barriera linguistica: lui parla dialetto, io non so nemmeno l'italiano. Penso che all'inizio lui fosse molto preoccupato per il fatto che sono una donna, mentre invece io negli Usa insegno a uomini e donne il lavoro con la pietra. Ma capisco la sua confusione: probabilmente non molta gente arrivata dall'altra parte del mondo, gli chiede di imparare questo modo antico di costruire i trulli!”. Thea ha riflettuto molto sulla costruzione dei trulli. E' stata a Ceglie Messapica una prima volta per tre settimane di... corso. Poi, l'anno dopo, è tornata. “Ho anche costruito una scultura in Puglia, un semplice arco nella casa in cui risiedevo. Sogno sempre quel terreno rossastro sotto gli ulivi, adoro i tempi della vendemmia e quelle tavolate che solo in Puglia fanno sentire gli amici come una famiglia. Una tarantella, una sera, ha risvegliato qualcosa che era nel mio Dna: ho ballato come mai in vita mia!”.

Questa artista parla di Dna perché le antiche origini di suo nonno erano calabresi, poi lui partì per l'America nel 1906... “Quando lavoro la pietra, quando uso il mio forno-trullo e insegno ad altri il modo di costruirlo, il mio cuore è pieno di gioia”, dice Thea. Negli Usa, ha realizzato un parco per scultori: insegna l'arte della pietra e da qualche tempo ha portato in auge la costruzione dei trulli. Anni fa ha anche partecipato a un progetto in Val d'Ossola: riportare in vita un borgo incantevole abbandonato, Ghesc, sempre grazie alla pietra e al lavoro architettonico.

“Lì, un'architetta mi ha parlato dei trulli... e l'anno dopo eravamo lì, in Puglia, in cima ad un tetto a forma di cono”. Racconta di lei e della sua straordinaria passione per la costruzione simbolica dei trulli nel Vermont, Franco Lombardozzi, che da anni anima il web sui temi pugliesi e che di recente ha anche pubblicato un libro sulla storia del partigiano pugliese Barba. Per Lombardozzi, la storia di Alvin è una metafora: “Ogni volta che il suo trullo-forno viene acceso, accade qualcosa di straordinario, visto che le persone si riuniscono attorno a esso, proprio come avveniva nelle sere d’estate pugliesi, aspettando che la focaccia, le pizze e le torte escano fragranti dal forno. E non è solo il cibo ad attrarre le persone, ma l’atmosfera che si crea, quel senso di comunità che solo un forno a legna può evocare. Il fuoco diventa il simbolo di un ritorno alle origini, di un ritmo lento, dove lo stare insieme è più importante di qualsiasi altra cosa. L’idea di un *trullo-forno* che diventa il cuore di una comunità negli Stati Uniti potrebbe essere un potente simbolo di come le nostre tradizioni possano viaggiare lontano, mantenendo intatta la loro anima. È questa l’immagine che dovremmo promuovere: la Puglia come terra di saperi antichi che non solo resistono, ma fioriscono in ogni angolo del mondo”. Sì: in un mondo sempre più disumano, tre cose semplici come cibo, fuoco e pietra possono unire le persone.

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