Dopo la giornata ad alta tensione di ieri caratterizzata da scontri tra le forze di polizia e i manifestanti, questa mattina si sono verificati altri episodi nell’area antistante il cantiere del gasdotto Tap a Melendugno. Secondo una prima ricostruzione, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, stava rilasciando un’intervista ad una tv locale quando è stato invitato da funzionari di polizia ad allontanarsi per consentire il transito di camion. C'è stato uno scontro verbale tra sindaco e polizia, quindi gli agenti hanno circondato sindaco e alcuni manifestanti spingendoli fuori dall’area del cantiere.
Quando la polizia ha spinto con la forza sindaco di Melendugno e manifestanti, il primo cittadino si è tolto per protesta la fascia tricolore da sindaco sventolandola e dicendo a gran voce che si stava commettendo un abuso di potere.
L’uomo colto da malore ha accusato problemi di respirazione, quasi certamente per la calca generata dallo spintonamento dei manifestanti, ed è stato soccorso sul posto da personale medico.
Intanto sin dalle prime ore è giunta la polizia in assetto antisommossa davanti al cantiere della Tap dove si trovano anche i manifestanti che protestano contro l’espianto degli ulivi dal tracciato del microtunnel e contro il progetto di approdo del gasdotto sulla costa. La polizia è presente in maniera massiccia e ha delimitato, posizionando gli automezzi in dotazione, l’area prevista per il passaggio dei tir che trasporteranno gli ulivi espiantati.
Gli attivisti 'No Tap' avevano creato un muretto fatto di pietre in una strada di accesso al cantiere: l’ostacolo è stato rimosso dalla polizia. Alcuni attivisti - una trentina in tutto - si sono seduti davanti ai cancelli del cantiere.
Nella giornata di ieri sono stati espiantati 28 ulivi (fino ad oggi sono 61 complessivamente gli alberi eradicati) e ne rimangono altri 150 da espiantare.