BARI - Cade dalla scala e muore sul colpo. L'incidente sul lavoro si è verificato questa mattina, intorno alle 10, a Bari. Stando a una prima ricostruzione, l’operaio, di 78 anni, era su una scala dalla quale è caduto. Un volo di alcuni metri che si è rivelato fatale. Pare che stesse lavorando su un impianto antincendio in uno dei box condominiali nel quartiere Picone, nei pressi di via Giulio Petroni, in prossimità dell'Hotel Excelsior. Secondo i primi accertamenti - ma è una versione ancora tutta da verificare - a causare la caduta dell’operaio sarebbe stata l’esplosione di una bombola di gas. I residenti, infatti, avrebbero sentito un boato. L'onda d'urto, dunque, potrebbe averlo investito facendolo cadere.
Immediato l'intervento di un'ambulanza del 118, ma quando i sanitari sono arrivati sul posto per l'operaio non c'era già più nulla da fare. Sul posto polizia e vigili del fuoco per i rilievi. Le indagini saranno seguite anche dallo Spesal, per accertare che l'uomo stesse lavorando con misure di sicurezza adeguate.
La Procura di Bari apre indagine per omicidio colposo
La Procura di Bari ha aperto un’indagine per omicidio colposo in seguito alla morte dell'operaio di 78 anni che, questa mattina, ha perso la vita mentre lavorava a un impianto antincendio in un box condominiale nel quartiere Picone del capoluogo pugliese. Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Sul posto sono intervenuti polizia di Stato, vigili del fuoco, polizia locale e personale del 118.
La rabbia di Uil Puglia: «Fermare la strage»
«Il lavoro è ancora una volta sinonimo di morte, anziché di vita. L’ennesimo incidente mortale registrato oggi a Bari è la prova che tanto bisogna ancora fare per fermare questa strage silenziosa: non è ammissibile uscire di casa la mattina per conquistare un futuro stabile per sé e per i propri cari e non farvi più ritorno. A nome della nostra organizzazione rivolgo sentite condoglianze ed esprimo vicinanza alla famiglia della vittima». Lo afferma Emanuele Ronzoni, segretario nazionale organizzativo della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia, commentando la morte dell'operaio.
«La misura è colma - prosegue - pensate se tutte quelle persone fossero morte a causa di stragi mafiose, oggi assisteremmo a un moto di indignazione generale, invece il fenomeno è troppo spesso sottovalutato. La politica, soprattutto, sia più attenta alle questioni del lavoro e della sicurezza, ci sono 1.200 morti ogni anno e noi chiediamo che ci si ponga l’obiettivo di'zero morti sul lavoro. Questo è il nostro impegno: continuiamo a rivendicare misure utili per cancellare questa tragedia». «L'assunzione di nuovi ispettori è importante - conclude - ma non basta. Anche in Puglia il Consiglio regionale ha approvato maggiori fondi per l’attività Spesal, ma ora è il caso di tradurli in controlli più serrati, perché purtroppo gli infortuni sul lavoro, spesso, non sono incidenti, ma sono omicidi».
Cgil Puglia, incidenti sul lavoro, numeri drammatici
«51 in Puglia e 10 nell’area metropolitana di Bari. Sono i morti sul lavoro dello scorso anno. Il 2023 iniziato da un mese e mezzo continua a registrare ancora lavoratori che escono di casa e non ne fanno più ritorno». Così Gigia Bucci, Segretaria generale Cgil Bari. «E' quello che è accaduto con l’operaio morto questa mattina a Bari mentre era impegnato in un intervento in alcuni box condominiali nei pressi di via Giulio Petroni-estramurale Capruzzi, alle spalle dell'Hotel Excelsior. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo stava intervenendo su un impianto antincendio quando sarebbe precipitato da una scala, perdendo la vita. La caduta potrebbe essere stata provocata dallo scoppio di una bombola e su questo si farà chiarezza. Di certo - conclude - è inaccettabile morire sul lavoro in un Paese che ha come fondamento della vita democratica proprio il lavoro. E’ drammatico non riuscire a fermare questa strage che non accenna a diminuire».
"Voglio augurarmi non sia uno di quei casi in cui l'operaio era costretto da condizioni personali a lavorare a 78 anni. In ogni caso siamo qui a contare l'ennesima vittima sul lavoro, 51 lo scorso anno in Puglia, 1200 nel Paese, una strage che non trova nella politica quella reattività e le risposte conseguenti. Non è da Paese civile tutto questo». È il commento del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, all’operaio che questa mattina ha perso la vita a Bari mentre era al lavoro in un box condominiale.
«Il confronto con tra Governo e parti sociali è in piedi sul tema salute e sicurezza sul lavoro, ma fino ad oggi oltre che l’indizione di ulteriori tavoli non abbiamo ottenuto. Bene il potenziamento degli organici ispettivi deliberato dal precedente Ministro Orlando, ma serve investire in formazione di lavoratori e imprese, serve sostenere la prevenzione affinché gli investimenti in sicurezza non possano essere visti come costi, serve in primis il rispetto di norme anche avanzate, dei contratti, del ruolo degli Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Ma i numeri ci dicono che tutto questo non avviene e serve allora procedere anche attraverso un diverso sistema sanzionatorio, un inasprimento delle pene, e potenziare ulteriormente le attività di vigilanza. Lo Stato deve smetterla di essere spettatore passivo di questa strage continua».
«Assieme – conclude Gesmundo – crediamo serva contrastare il precariato, che rende più ricattabile il lavoratore e non gli consente di poter esigere rispetto delle norme, così come un sistema previdenziale dove a 78 anni ci si possa godere la meritata e dignitosa pensione, con una riforma che tenga conto delle diverse condizioni lavorative a partire dai lavori gravosi. La vita delle persone, la salute, sono tra le priorità di questo Paese, lo reclamano quei numeri delle vittime e quelli non meno preoccupanti degli infortuni. Altro che voucher, altro che non disturbare a chi produce».
Cisl Puglia «Porre fine a questa mattanza»
«La tragedia avvenuta stamattina, proprio sotto i nostri uffici della sede regionale, nello stesso condominio, e di cui abbiamo sentito sia il boato che la caduta di calcinacci come se stesse crollando qualcosa, ci lascia sgomenti». Sono le parole del segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci, che ha sentito dal vivo il rumore della bombola esplosa in un box del quartiere Picone, a Bari, in seguito alla quale un operaio di 78 anni sarebbe caduto da una scala sulla quale stava lavorando, perdendo la vita. «Adesso interroghiamoci per l’ennesima volta su cosa non ha funzionato ma mettiamo fine a questa mattanza - ha aggiunto -. Che sia un operaio di 78 anni ad aver perso la vita mentre era intento a eseguire dei lavori ci lascia sbigottiti e allo stesso tempo pone ancora l’accento sulla sicurezza e salute sul lavoro». Castellucci ribadisce «l'estrema necessità di maggiori controlli, prevenzione e formazione. «Lo abbiamo detto e lo ripetiamo, non è l’indignazione l’unica reazione da avere ogni volta che si registra un infortunio o un decesso sul lavoro. Serve una prevenzione che sia vera e seria». Castellucci ricorda che «le leggi ci sono, dal decreto 81 alla legge regionale n.8 del 2014 voluta proprio dalla Cisl Puglia dopo una raccolta popolare di firme, fino all’approvazione nel Consiglio regionale della mozione per rafforzare le misure in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro». Adesso, dice ancora, «è tempo di applicare concretamente tali misure, di fare chiarezza sull'accaduto affinché non si assista più a tragedie come quella di oggi». «La lotta agli infortuni sul lavoro è una questione da affrontare con un approccio prima di tutto culturale - conclude -. Al di là delle ispezioni degli enti preposti, è fondamentale una cultura della prevenzione dei rischi».