Bari - Quando, dal 2014 al 2018, «ero membro laico del Csm, avevo affermato con forza e proposto una riforma del sistema elettorale del Csm parlando di sorteggio che a mio parere poteva portare a una riduzione del peso delle correnti». Lo ha spiegato la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati partecipando a Bari all’evento «la Ripartenza».
«Io non giudico le correnti quando significano luogo di incontro e dibattito - ha detto Casellati - ma quando si parla di correntocrazia, quindi di un potere delle correnti di incidere sulle nomine dei vari magistrati».
Sulla proposta del sorteggio «non ho avuto fortuna - ha rilevato - perché questa tesi è stata bocciata da tutti». Con riferimento al rapporto tra politica e magistratura, «io sostenevo - ha aggiunto - che il magistrato che ha avuto un incarico politico non avrebbe più dovuto ritornare nella magistratura, perché il magistrato ha nel suo Dna l'imparzialità, la terzietà e chi si è già pronunciato su alcuni temi non può ritornare sereno a gestire un ruolo che per sé deve essere e apparire terzo. Questi temi - ha concluso - sono ancora sul tappeto del dibattito politico e il Parlamento stabilirà cosa scegliere. Io allora la mia scelta l’avevo fatta».
«Un altro tema è il cortocircuito politico-mediatico: significa che spesso i processi si fanno sui giornali piuttosto che nei luoghi dove devono essere fatti. Spesso la presunzione di innocenza si traduce, attraverso il dibattito che avviene prima sui giornali, in una presunzione di colpevolezza», ha aggiunto.
«Qui c'è un approfondimento forte che bisogna fare con l'informazione - ha detto la presidente Casellati - perché ci sono persone che hanno visto i loro affetti e la loro vita sociale, la loro economia, la loro famiglia distrutti dalla propaganda con un processo che poi magari è finito nel nulle. E' una cosa sulla quale bisogna riflettere a lungo».
«Oggi occorre vaccinarsi. Per ripartire abbiamo bisogno di avere una tranquillità sanitaria e il vaccino ci può portare a questo. E’ il presupposto della ripartenza», ha precisato la Casellati e rispondendo alla domanda sull'obbligo del green pass, la presidente ha detto: «credo molto nella responsabilità dei cittadini. Gli italiani hanno saputo sempre decidere per il meglio. Quindi io credo che se vorranno introdurre l'obbligatorietà, ma ho visto che c'è già una percentuale elevata, siamo pari al 70% di vaccinazione e credo che questo abbia dimostrato che siamo un grande popolo».
«Se vogliamo che il telelavoro diventi una forma normale di organizzazione del lavoro, rischiamo di ricacciare le donne a casa facendo andare indietro di cinquant'anni il percorso di emancipazione femminile. Non è possibile», ha precisato.
Secondo Casellati lo smart working, «è stata sicuramente una grande opportunità durante il periodo delle restrizioni, lavorando da casa ed evitando il pericolo del contagio. Ma attenzione: dal mio punto di vista non può diventare l’unico sistema di svolgimento del lavoro», evidenziando che «le donne sono quelle che hanno sopportato il peso maggiore delle restrizioni perché erano a casa lavorando, con le faccende domestiche, con i figli con la lezioni a distanza». "E poi - ha aggiunto - pensiamo a cosa possa succedere nelle città: significherebbe la desertificazione dei centri storici dove ci sono gli uffici, con effetti nefasti, perché avremmo il crollo del mercato immobiliari, difficoltà per alberghi e ristorazioni. Riflettiamo sulle conseguenze di quella che è stata una grande opportunità ma che non può diventare sistema».
I soldi che arriveranno dall’Europa «costituiscono una boccata di ossigeno, una iniezione di speranza per tutti gli italiani e devo dire, come dice Draghi, che non bisogna avere paura per i nostri figli, perché questo è un debito buono che significa politica di investimenti», ha detto la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, chiudendo al teatro Petruzzelli. «Ma gli investimenti - ha aggiunto Casellati - da soli non bastano: lo Stato non può dare con una mano e prendere con l'altra finché abbiamo una tassazione così forte, pesante. Allora occorre fare una riforma fiscale seria per le famiglie, i cittadini, gli imprenditori».