Taranto, si scava per le condutture elettriche e si scoprono reperti e tombe del III sec. a.C.
Alcuni dei ritrovamenti nel cortile dell'istituto dell'Istituto Professionale Cabrini. Un lavoro sinergico tra Soprintendenza, ente gestore di pubblico servizio e ditta esecutrice
Venerdì 19 Gennaio 2024, 12:19
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TARANTO - Uno straordinario risultato grazie alla corretta interazione tra Soprintendenza, ente gestore di pubblico servizio e ditta esecutrice nell’ambito della realizzazione di lavori pubblici che ha portato alla salvaguardia di significative testimonianze archeologiche. E' quanto accaduto a Taranto e raccontato sui social dalla Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo, durante i lavori di posa di condotte elettriche nel rione Montegranaro. Lavori svolti con sorveglianza archeologica e che hanno portato alla scoperta di reperti riferibili al periodo greco in via D'Alò Alfieri e in via Dante, all'interno del cortile dell'Istituto Professionale Cabrini.
«Con la disponibilità di E-Distribuzione S.p.A. - spiega la soprintendenza -, hanno avuto inizio gli interventi di scavo archeologico di emergenza, richiesti dalla Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo nelle due aree individuate e condotti dagli archeologi di Etrha, sotto la direzione scientifica della dott.ssa Annalisa Biffino della Soprintendenza e con la partecipazione dell'Impresa SOIGEA Srl.
Gli scavi hanno portato al rinvenimento in via D'Alò Alfieri di «una grande fossa di scarico quadrangolare, che conteneva ceramica a vernice nera, ceramica sovraddipinta, materiale votivo, distanziatori riferibili alla produzione di ceramica in fornaci, ceramica da fuoco e acroma e persino un’antefissa con figura di Gorgone. Da una prima analisi i frammenti ceramici rinvenuti sembrano coprire un arco di tempo compreso tra la fine del VI e il III sec. a.C.»
In via Dante, all'interno della scuola, l'intervento di scavo ha messo in evidenza «tre tombe a fossa scavate nel banco roccioso. la tomba 2, con copertura a doppia lastra lapidea, ha restituito lo scheletro di un individuo (probabilmente femminile) inumato in posizione supina con un corredo costituito una coppetta biansata, un’oinochoe e una lekythos, tutti in ceramica a vernice nera, e da un anellino in bronzo. Gli elementi del corredo, molto diffusi nelle tombe tarantine di età ellenistica, sono inquadrabili nei decenni finali del IV sec. a.C.. La tomba 3, di dimensioni molto più ridotte, presentava una copertura ad unica lastra sempre in carparo e conservava al suo interno un individuo di età giovanile privo di corredo».
Le operazioni di scavo all'interno del cortile della scuola hanno ovviamente incuriosito gli studenti al punto che i docenti hanno portato le classi a visitare lo scavo spiegando le attività degli archeologi.
«Al momento non è ancora stata presa una decisione sulle modalità di prosecuzione dei lavori nell’area delle tombe, che saranno salvaguardate con gli opportuni accorgimenti tecnici».