Sabato 06 Settembre 2025 | 19:58

Prix a Bari, Gianni Amelio presenta Il Signore delle Formiche al Kursaal

 
Claudio Mezzina

Reporter:

Claudio Mezzina

Il regista: «Oggi un processo così non sarebbe possibile, per fortuna, ma continuiamo a non avere tutte le libertà che speravamo di avere. I bullismi, le discriminazioni, la violenza ancora dilagano»

Mercoledì 05 Ottobre 2022, 13:09

BARI - Bari, storico crocevia di culture, in questi giorni, fino sabato 8 ottobre, si fa palco ospitante del Prix Italia 2022, concorso internazionale per Radio, Tv e web alla sua 74.ma edizione. Il perno tematico individuato per l’appuntamento di quest’anno è quello della sostenibilità (Sustainable Me). Un argomento che, purtroppo, continua ad essere preso sottogamba nonostante la sua importanza capitale per il presente e per la futura esistenza del globo e dell’umanità. E proprio di inclusione e natura, amore e violenza ingiusta di sporche coscienze si occupa il nuovo film di Gianni Amelio “Il signore delle formiche”, presentato e proiettato a conclusione della giornata d’apertura della manifestazione, nella splendida cornice del teatro Kursaal Santa Lucia, uno dei luoghi nevralgici della cultura barese.

Il lungometraggio, già presentato alla  Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, vincitore del Premio Brian e candidato al Leone d’oro al miglior film, ripercorre la drammatica vicenda di Aldo Braibanti, fine intellettuale e partigiano emiliano, accusato illecitamente di plagio (sottomissione morale e fisica di un individuo da parte di un altro) fra il 1964 e il 1968 e colpevole soltanto d’amare.

Il protagonista, mirabilmente interpretato da Luigi Lo Cascio (il cast è acutamente congegnato: magistrali Maltese nei panni di Ettore Tagliaferri ed Elio Germano nelle vesti del giornalista de “L’Unità” Ennio Scribani), è in possesso di un ingegno multiforme: filosofo, scrittore, drammaturgo, pittore, poeta e mirmecologo. Sì, mirmecologo: studioso scientifico delle formiche. Esseri da cui apprendere: coesi, più umani degli umani, disponenti di due stomaci, uno per sé, l’altro sociale per aiutare chi sia sprovvisto di cibarie; tanto legati che se uno dovesse isolarsi «non sarebbe più capace di ritrovare la via di casa». Aldo è gay, acronimo di «good as you», ci racconta Amelio, ed innamorato. È nell’utopia di questa «social-catena», di questa realtà libera e unita, dedita alle arti e alla purezza che s’inserisce la ferita: la società cattolica sino al parossismo, la discriminazione senza quartiere, l’odio, gli «invertiti» che, parafraso, o si curano o si ammazzano. E dovreste vederle, le cure. Inquieta pensare che tutto ciò fosse possibile e pubblicamente, per massima parte, accettato solo una cinquantina d’anni fa. È aberrante concepire che, non potendo accusare le persone di «sodomia», tornando ai tempi di Dante in un baleno, o di «omosessualità», parola volutamente esclusa dal Codice penale da Mussolini perché, qualora l’avesse inserita, avrebbe ammesso la presenza degli omosessuali nella virile e proletaria Italia, l’irreprensibile giustizia italiana dell’epoca abbia ben pensato di scovare nei meandri del CP il reato di plagio, costringendo degli innocenti ad una sofferenza oltre ogni immaginazione. È qui il gancio col presente. Un presente in cui continuano ad esserci soprusi d’ogni sorta nei confronti di persone, anime in cerca di semplicissima libertà, semplicissima pace, semplicissima vita.

Nella presentazione, Amelio: «Qualche giorno fa, nel quartiere San Lorenzo a Roma, hanno malmenato e, ancora, stuprato un ragazzo per strada… Non c’è giorno senza femminicidio. Dov’è l’evoluzione? A me pare che tutto questo sia solo un’involuzione. Non abbiamo lottato sufficientemente per non essere sopraffatti dalla vergogna della violenza. È necessario. Dobbiamo alzare la testa contro le ingiustizie». Quella violenza, insomma, quella della fine degli anni ’60, si è solo trasformata. Sarebbe da ipocriti non ammettere i passi compiuti in avanti, ma la strada è aspra, tortuosa, ancora lunga. Il film? L’urlo esasperato di una madre nei riguardi di un figlio che continua a commettere gli stessi errori. Meraviglioso. C’è da imparare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)