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Foggia ricorda la tragedia di viale Giotto: «La città non può dimenticare»

 
Redazione online (foto Maizzi)

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Redazione online (foto Maizzi)

«Il palazzo al civico 120 di Viale Giotto si sgretolò in appena 19 secondi e in quel crollo morirono 67 persone. Quella notte l’intera comunità si unì per fronteggiare quella tragedia immane, scavando tra le macerie nella speranza di salvare vite»

Sabato 11 Novembre 2023, 14:59

FOGGIA - «Quella dell'11 novembre 1999 è una data che Foggia non potrà mai dimenticare. Alle ore 3:12 del mattino, un boato sconvolse l'anima della città. Il palazzo al civico 120 di Viale Giotto si sgretolò in appena 19 secondi e in quel crollo morirono 67 persone. Quella notte l’intera comunità si unì per fronteggiare quella tragedia immane, scavando tra le macerie nella speranza di salvare vite. Ventiquattro anni dopo, la ferita è ancora aperta: è nostro dovere unirci nel ricordo di quei concittadini sottratti troppo presto alla vita. Oggi, come ogni 11 novembre, ricordiamo e onoriamo le 67 vittime di quella tragica notte». Così Rosa Barone, assessora al Welfare della Regione Puglia, nell’anniversario del crollo del palazzo di viale Giotto, a Foggia. 

«Il 24esimo anniversario del crollo del palazzo al civico 120 di viale Giotto» a Foggia «rinnova il dolore e la tristezza per le 67 vite spezzate, ma anche il ricordo della straordinaria partecipazione della città, del lodevole impegno giorno e notte dei tanti volontari per tentare di strappare al loro tragico destino vite sentite come familiari, e poi estrarre dalle macerie i corpi martoriati, del funerale celebrato al padiglione 71 dell’Ente Fiera che ha rappresentato il momento più intenso in cui, dal dopoguerra in poi, ognuno si è sentito davvero parte di una comunità».

Lo dichiara Mario Furore, europarlamentare e coordinatore provinciale di Foggia del Movimento 5 Stelle. «Il modo più sincero per rendere omaggio a quelle vittime e per stare accanto ai loro familiari - aggiunge - è, appunto, essere comunità, uniti, solidali, generosi, preferire le buone alle cattive azioni, rispettare persone e regole. Fare tesoro di quella terribile esperienza che ha segnato per sempre la nostra città, proteggendo con l’esempio quotidiano la memoria di quelle 67 persone cui una quotidianità e una vita fatta di sogni, progetti, desideri, aspettative, delusioni, percorsi, sorrisi, abbracci è stata negata». 

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