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Una montagna di rifiuti speciali abbandonati: a Ceglie Messapica scoperte due aree di 17mila mq

 
Redazione online

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Tutto in violazione della normativa ambientale: materiali ferrosi, plastici, letame, veicoli industriali. E la zona era sotto il vincolo della Regione perché vulnerabile ai nitrati di origine agricola

Venerdì 17 Gennaio 2025, 10:54

CEGLIE MESSAPICA - Due aree, complessivamente di circa 17mila metri quadrati, e oltre 17mila metri cubi di rifiuti speciali pericolosi in esse contenuti sono stati sequestrati nelle campagne di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi da militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, a seguito di missioni di volo e di una attività di polizia giudiziaria inerenti la tutela del patrimonio ambientale e controllo del territorio. I sequestri sono avvenuti in collaborazione con il Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Brindisi.

Nei campi erano stati sversati rifiuti speciali, pericolosi e non, abbandonati sul terreno vegetale. In particolare, l’attività investigativa svolta dagli equipaggi di volo della Sezione Aerea di Bari ha accertato la gestione illecita delle aree, una delle quali ricadente in zona soggetta a vincoli specifici quale 'Zona di Vulnerabilità da Nitrati', nonché la presenza di un ingente quantitativo di cumuli su terreno agricolo riconducibili ad effluenti (letame) di bestiame da allevamento, tutto in violazione della normativa ambientale. Al termine del controllo è stata eseguita la misura cautelare del sequestro probatorio nei confronti di una porzione delle due proprietà con una estensione di circa 17.000 metri quadrati e dei rifiuti a matrice ferrosa e plastica presenti, costituiti principalmente da veicoli industriali abbandonati e non sottoposti alle operazioni di bonifica dei componenti pericolosi.

Il responsabile è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per aver violato la normativa ambientale. L'intervento da terra e dal cielo delle Fiamme Gialle consentirà di attuare le misure di salvaguardia dell’ambiente circostante l’area, già sottoposta a vincolo ambientale dalla Regione Puglia, quale zona vulnerabile ai nitrati di origine agricola, dato che i rifiuti, attraverso l’azione degli agenti atmosferici cui gli stessi erano direttamente esposti, avrebbero certamente creato ingenti danni ambientali nell’ecosistema locale.

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