Coronavirus, contagi e proteste. Ieri il bollettino della Regione ha segnato nell’intera regione Puglia 680 casi positivi con 127 nella provincia di Barletta Andria Trani. Attualmente il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 19.302; nella Bat 2.116.
Oggi, dalle 10 alle 13 in piazza Vittorio Emanuele (Palazzuolo), a Bisceglie manifestazione di protesta degli esercenti di bar, american-bar, ristoranti, pizzerie, pub, pasticcerie e gelaterie di Assolocali, l’associazione aderente alla Confcommercio di Bisceglie.
Intanto si leva il grido di dolore e protesta della barlettana Cinzia Cammarota aderente alla Anideb la «Associazione negozi italiani danza e ballo».
«Siamo una categoria di attività strettamente legate alla danza, al ballo ed allo spettacolo in genere e annoveriamo tra noi in Italia circa 200 punti vendita più circa 100 laboratori artigianali che non sono rappresentati a pieno da alcun codice Ateco, perché assimilati a semplici negozi e laboratori di confezione di abbigliamento generico. La nostra peculiarità è, invece, l’estrema specializzazione che ci lega a doppio filo a scuole di danza, ballo, spettacoli teatrali e non. Purtroppo alla luce anche di tutto questo non possiamo andare avanti», ha premesso.
Una protesta garbata ed elegante, come l’atmosfera che si respira nei negozi che vendono abbigliamento per la danza, che non può essere ignorata.
«La nostra attività e’ legata alla stagionalità degli spettacoli e ai corsi accademici seguiti nelle scuole di danza e ballo. Siamo perlopiù piccole imprese che generano lavoro per migliaia di persone, i nostri prodotti sono da considerarsi eccellenze del “Made in Italy”, piccole opere d’arte realizzate artigianalmente e spesso invidiate in tutto il mondo - ha precisato la Cammarota -. Vorrei precisare che in tutto il territorio nazionale ci sono circa 30.000 scuole di danza e ballo con un’utenza stimata tra 1.500.000 e 3.000.000 di persone alle quali asserve la nostra categoria con abbigliamento tecnico, calzature, ed accessori in genere e la nostra Puglia si distinue per qualità ed ottima manifattura».
Aggiunge: «Per quanto siamo una categoria “invisibile” muoviamo un fatturato da non sottovalutare visto che ci rivolgiamo ad almeno il 5% della popolazione, cosa non da poco per essere considerati un mercato di nicchia. Lo scorso lockdown ha distrutto tutto il nostro lavoro e lo ha completamente bloccato sino alla fine di Agosto. Siamo ripartiti con non poche difficoltà a settembre, ma la chiusura delle strutture sportive ci ha nuovamente condannati all’inoperatività.
L’ultimo Dpcm ci ha condannati in un limbo nel quale ci è permesso rimanere aperti ma ci ha totalmente sprovvisti dei nostri clienti. Le nostre realtà, ad oggi, sono allo stremo delle forze; abbiamo già usato tutte le nostre risorse per fronteggiare il primo lockdown, abbiamo dovuto contrarre mutui e finanziamenti per la ripartenza ma se lo Stato non ci supporterà purtroppo saremo costretti alla chiusura definitiva abbandonando così anche tutti i nostri collaboratori e le loro famiglie ad un triste destino».
La conclusione di Cinzia Cammarota: «Cerchiamo da tempo, senza successo, di aprire un canale di comunicazione con le istituzioni, ma non ci degnano di alcuna risposta. In segno di protesta tutte le nostre vetrine sono bardate a lutto e chiediamo l’aiuto di tutti per salvaguardare la nostra sopravvivenza». Appello da ascoltare e sostenere.