Buongiorno! Oggi è il 6 gennaio. È festa, grande festa! Tutti l’aspettano ogni anno. Gira voce che la Befana sia brutta, vestita male, con la scopa e che assomigli a Medea. Non è vero niente! Medea è veramente brutta.
Tempo fa a Bari ho visto uno spettacolo su Medea e devo dire che era più brutto della stessa Medea.
Io trovo che la Befana sia bellissima.
Ho avuto anche il piacere di incontrarla. Stavo facendo una passeggiata e mi sono trovato nei pressi del Tpp. Qualcuno mi chiederà: «Che cos’è il Tpp?». Niente, è un verso che si usa quando si dice «Tpp urrà!».
Dicevo che, stavo fumando una sigaretta e all’improvviso mi è apparsa la Befana che mi ha detto: «Lo sai che il fumo fa male? Smetti immediatamente!». «Si lo so» ho risposto, «comunque se non fumassi più, sicuramente lo farebbe un altro, tanto vale che lo faccio io».
Non mi faccio mancare niente e quindi «Tpp urrà!»
Bene, veniamo a noi. Ho approfittato di questo incontro con la Befana e le ho fatto delle domande: «Scusa ma tu sei sola? Sei sposata?».
«No» mi ha risposto, «ero sposata però poi l’ho lasciato perché era uno che stava con me per interesse!».
«Cioè?», ho chiesto io.
«Niente, stava con me soltanto per ricevere i regali, sempre i regali, non solo il 6 gennaio, bensì per tutta una stagione intera, e chi sono io Babbo Natale? E sai che mi ha detto? Mi ha detto, «no Babbo Natale sono io, tu sei la Befana» e così l’ho lasciato. E appena l’ho lasciato lui mi ha detto: «Bene ti lascio anch’io!». È salito sulla slitta guidata da 12 alci abartizzate ed è andato via. Ha cominciato a scorrazzare per tutto il centro abitato, lanciando petardi pericolosi tanto da danneggiare automobili, negozi e pure turisti venuti a Bari per vedere la ruota panoramica. A quel punto è intervenuto il Sindaco. Babbo Natale gli è andato incontro e gli ha chiesto «Lei chi è?» e il Sindaco gli ha risposto «sono il Sindaco Leccese di Bari!». E Babbo Natale ha proseguito dicendogli «barese o leccese?», dimenticando che così stava facendo di tutta erba un fascio. Allora il Sindaco lo ha affrontato e gli ha detto: «Comunque avevo emesso un’ordinanza, dicendo che quest’anno era vietato sparare petardi in periferia». E Babbo Natale, per tutta risposta gli ha detto: «Sì lo so! Però non ho sparato in periferia bensì in centro!». Detto questo tutto fila. Il sindaco commosso da questa dichiarazione, ha preso il cellulare, è andato su TikTok e ha urlato «Tpp» e tutti hanno risposto «urrà» per ben tre volte, Tpp urrà, Tpp urrà, Tpp urrà!
Comunque sia, il fascino della Befana è tutta un’altra cosa.
La Befana è un mito da sempre. Ricordo che da bambino andavo a dormire presto perché sarebbe arrivata la Befana e nessuno doveva vederla. Ero agitato e impaurito da questa visita e incuriosito dai regali che lei avrebbe potuto lasciarmi. Ricordo che i miei genitori, mia nonna, mia zia Marietta, zia Graziella, zio Nino, zio Donato, zia Antonietta, mio nonno Pasquale Barracane mi facevano apparecchiare la tavola e lasciare da mangiare un filone di pane, peperoni ripieni, alici arraganate, vino, garrube, cartellate, lupini, occhi di Santa Lucia, capitone, forchetta, coltello, tovagliolo e pure l’amaro medicinale Giuliani per digerire. In particolare ricordo che una volta, avrò avuto otto anni, ero già a letto e verso le due di notte grazie a dei rumori che sentii arrivare dal soggiorno, mi svegliai. La curiosità fu tanta che decisi di andare a vedere chi fosse. Mi alzai silenzioso e dalla fessura della porta vidi che c’era una donna di spalle con una vestaglia, le pantofole, i bigodini in testa e vidi la Befana. Era mamma!
Usciì, le andai incontro, me l’abbracciai e le chiesi: «Perché piangi?».
E lei mi rispose: «Sto piangendo al pensiero che diventerai grande!».
Da quel giorno la Befana fu mamma.