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Quell'introvabile romanzo di uno "scrittore (non) ignoto"

 
Angelo Sconosciuto

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Angelo Sconosciuto

Quell'introvabile romanzo di uno "scrittore (non) ignoto"

Sulle tracce di Antonio Agresti "pubblicista romano"

Lunedì 20 Marzo 2023, 15:43

Lo dice la Treccani alla voce “tangente”: «In geometria, sinon. di retta tangente. … È frequente, anche nell’uso com., l’espressione per la t., cioè lungo la linea tangente:… di qui le locuz. fig., scherz., filare per la t., andarsene in fretta e di nascosto, svignarsela, ritirarsi alla chetichella, e partire o schizzare per la t., deviare dal tema proposto, dall’argomento in questione, con continue digressioni, perché non si vuole o non si sa affrontarlo (con altro sign., partire per la t., prendere impetuosamente l’avvio in un discorso, in una digressione, o perdere il controllo di sé, dare in escandescenze, e sim.)». Sono giorni pieni di note ed approfondimenti, quelli attuali, sui temi dell’anarchia, sulla «galassia anarchica», su fatti di cronaca, che animano le più disparate riflessioni. Considerando la circostanza che il Topo è curioso, ma non esperto sull’argomento in questione, va per la tangente e sfruguglia nel suo schedario. Ecco: c’è un ritaglio di giornale di circa 5 anni addietro. È un articolo di Massimo Onofri, docente di letteratura contemporanea nell’Università di Sassari, che recensisce su «Avvenire» (20 novembre 2018, p. 24) un libro interessante. «Quanta anarchia nel romanzo italiano», leggiamo nel titolo e già c’è curiosità di sapere sul libro di Antonio di Grado che «compie una larga ricognizione tra le pagine degli ultimi 150 anni, in cui il fenomeno è visto “tra fascino e sgomento”» e si fa subito presente che l’autore «delle due anime dell’utopia, materialista e messianica, (…) predilige la seconda».

Ma del volume pubblicato da “Nerosubianco” di Cuneo incuriosisce il titolo: «L’idea che uccide», perché vai a scoprire che esso è comune ad un libro «sconosciutissimo, di uno scrittore altrettanto ignoto, Antonio Agresti, nato a Firenze nel 1866 e morto a Roma nel 1927». «Titolo sconosciutissimo» e «scrittore altrettanto ignoto» sono elementi sufficienti per un’indagine del Topo, che prende a ricercare – così come suggerito dall’opera pubblicata cinque anni addietro – tra i «romanzieri dell’anarchia tra fascino e sgomento».

La ricerca parte necessariamente da un’opera utilissima: il «Piccolo dizionario dei contemporanei italiani», compilato da Angelo De Gubernatis e pubblicato da «Forzani e C. tipografi del Senato», nel 1895. C’è Alberto Agresti, ma di Antonio nessuna traccia. E poi, nel 1907, ecco che Teodoro Rovito – sono parole autentiche lette nell’indirizzo ai lettori – a conclusione di una «lotta contro la modestia di pochi, la falsa modestia di molti, l’indifferenza o la diffidenza di parecchi…» pubblica a Napoli, presso la «Tipografia Melfi & Joele», che aveva sede a Palazzo Maddaloni a Toledo, il «Dizionario bio-bibliografico dei letterati e giornalisti italiani contemporanei». Rovito compilò il «Dizionario» sicuro «di fare cosa non inutile, mancando fra noi – scrisse – una pubblicazione che riguardasse esclusivamente i letterati e i giornalisti italiani contemporanei». Lodò la fatica di De Gubernatis, ma fece osservare che non vi era «un’opera che fosse essenzialmente dedicata ai letterati e ai giornalisti italiani, specie a questi ultimi che, per la loro produzione assidua, ingente e proficua, hanno il diritto di essere meglio conosciuti ed apprezzati». Accade così, dunque, che tra Alberto Agresti e Ranieri Aiazzi, si trovino notizie sul nostro Antonio Agresti. Refusi tipografici compresi leggiamo: «Agresti Antonio, pubblicista romano, nato nel 1667 (sic! per 1867, ma alcune fonti dicono 1866). Ha pubblicato: la traduzione dall’inglese delle Poesie di D. G. Rossetti (Barbera, Firenze); Suggestione, romanzo (Lapi, Città di Castello); La Filosofia nella letteratura moderna (Bocca, Roma-Torino); Sapere è potere, di Gibbs, tradotto dall’inglese e adattato agli italiani (Pallestrini, Milano). Prepara: L’idea che uccide; La vita di Cromwell; I Preraffaeliti; Le sirene; Filosofia della vita. Collabora a varii giornali italiani, all’Humanité nouvelle di Parigi ed alla Forthnightly Review di Londra. Dall'83 al 1898 ha preso parte attiva al movimento anarchico. Possiede le edizioni della Kelmscott Press di W. Morris».

Queste righe sono già sufficienti per rendersi conto che proprio di «scrittore ignoto» non dove trattarsi, introdotto com’era nel mondo della scrittura europeo ed anglosassone soprattutto. A ricercare in base alle indicazioni di Rovito, è chiaro che il suo Dizionario, datato 1907, fu chiuso per la stampa l’anno precedente e che Agresti lavorava a più opere contemporaneamente. Le Poesie di Dante Gabriele Rossetti tradotte sono del 1899; il romanzo Suggestione è del 1900; la Filosofia nella letteratura moderna del 1904, Sapere è potere del 1905, mentre uscirà nel 1907, appunto, il romanzo L’idea che uccide e, l’anno successivo, ancora i Preraffaellisti (proprio così!), quale «contributo alla storia dell’arte». Le altre opere annunciate non vedranno la luce, almeno non sotto i titoli annunciati: né la biografia di Cromwell, né Le sirene… Ci sarà, invece, qualcosa di diverso e di più grande che renderanno noto Agresti.

Ma ora proseguiamo l’indagine sul filone del romanzo anarchico, soffermandoci sulle righe del Rovito. Si comprende che, proprio sui temi dell’anarchia, Agresti non era un neofita e giungeva alla redazione del romanzo dopo che per quindici anni aveva «preso parte attiva al movimento anarchico». Con ogni probabilità e come spesso accadeva nella compilazione di questi dizionari, quelle notizie bio-bibliografiche furono fornite al Rovito dallo stesso «pubblicista romano», che con L’idea che uccide aprì un rapporto di collaborazione con la Società Tipografica Editrice Nazionale di Torino, che aveva la sua “Rivista bibliografica STEN”, la quale nel fascicolo dell’anno I, n. 7 (luglio 1907) annunciò “in corso di stampa” sia I Preraffaelliti, sia L’idea che uccide, appunto, romanzo che non si trova in alcuna libreria antiquaria (ultima consultazione di cataloghi cartacei e on-line il 19 marzo 2023) e che invece, a fidarsi del giudizio espresso da alcune riviste dell’epoca – ad esempio la quindicinale illustrata “La donna” (1908) - «è importante romanzo anarchico».

E per leggerlo che si fa? Si va nelle biblioteche pubbliche dove risulta utilmente collocato. Sono in tutto 12, tra le due Nazionali di Roma e Firenze, quelle dell’Accademia delle scienze a Torino e dell’Università di Bologna, alcune biblioteche comunali e quella del seminario vescovile di Vicenza.

Contemporaneamente prosegue la ricerca spulciando i cataloghi in attesa che altre copie emergano da biblioteche private finite in vendita.

Il Topo, tuttavia, non smette di cercare e gli è agevole notare che diverse librerie antiquarie propongono in vendita libri di Agresti. Costa fra i 160 ed i 180 euro, infatti, La Vita nova di Dante Alighieri illustrata nei quadri di Dante Gabriele Rossetti e per 50 euro a volume scopri perché Antonio Agresti non può essere un «ignoto». A partire da quel prezzo vengono infatti proposte le prime edizioni dell’opera omnia teatrale di George Bernard Shaw. A pubblicarla fu la Mondadori, partendo da Commedie sgradevoli: Le case del vescovo; L’uomo amato alle donne; La professione della signora Warren. Era il 1923 e la traduzione è di Antonio Agresti che rese in italiano anche tutte le altre opere del drammaturgo irlandese. Fece in tempo a veder pubblicate la Santa Giovanna (1924) e le Commedie gradevoli (1925), anche nell’edizione rivista e corretta del 1926, anno in cui a Shaw fu assegnato il Nobel. Non vide invece il Cesare e Cleopatra ed il Pigmalione e le edizioni successive di quelle opere che singolarmente editate sul mercato dell’antiquariato librario è possibile acquistare a poco più di 5 euro e vien da pensare che qualche affinità elettiva tra Agresti e Shaw doveva pur esserci…

Se non vide pubblicata l’opera di Shaw per intero, tuttavia, al nostro «pubblicista romano» forse fu di conforto sapere che il suo Abramo Lincoln per Formiggini del 1913 aveva visto la sua seconda edizione proprio nell’anno in cui passò a miglior vita. E le librerie antiquarie lo propongono a poco più di 9 euro…

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Angelo Sconosciuto

Il nuovo topo di biblioteca

Biografia:

«Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito...», ha scritto Marguerite Yourcenar.

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