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La Cassazione: il giudice è innocente
Per De Benedictis 8 anni di calvario

 
La Cassazione: il giudice è innocente Per De Benedictis 8 anni di calvario

Venerdì 02 Marzo 2018, 09:47

13:59

Giovanni Longo

BARI - L’eco del clamoroso arresto giunse mentre si stavano svolgendo i lavori del convegno «Organizzare la Giustizia». Bari in quei giorni divenne «capitale» italiana della Giustizia. Magistrati, ministri, esponenti del Csm si confrontavano su come far funzionare al meglio Procure e uffici giudiziari quando arrivò la notizia dell’arresto dell’allora gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedicits, per detenzione e raccolta illegale di armi da guerra e ricettazione, su richiesta della Procura di santa Maria Capua Vetere. Era il 28 ottobre 2010. Molto rumore per nulla. Perché adesso, dopo due verdetti di merito (un’assoluzione e una condanna), sette anni e mezzo dopo l’arresto, la prima sezione penale della Corte di Cassazione, nei giorni scorsi, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna a due anni di reclusione (pena sospesa) inflitta dalla corte d’Appello di Lecce nei confronti del magistrato originario di Molfetta, oggi in servizio nel Tribunale di Matera.

La sua passione per le armi, nota nell’ambiente giudiziario barese, gli era stata in qualche modo fatale. Il giudice è infatti un collezionista di pistole. Aveva in casa 1.300 armi da fuoco acquistate in 20 anni. Esperto e appassionato di armi. Tutte regolarmente detenute tranne una, secondo la contestazione mossagli dalla Procura campana: una carabina acquistata in un’armeria della provincia di Caserta. Un’arma da guerra - secondo l’accusa - perché spara a raffica e non può essere detenuta. Sarebbe stato lo stesso De Benedictis ad accorgersene e a contestare la circostanza al commerciante campano, annunciando che al più presto l’avrebbe restituita. Ma i carabinieri, su incarico della Procura di Santa Maria di Capua Vetere, che aveva intercettato casualmente una conversazione dell’ex gip di Bari nel corso di un’inchiesta (il telefono sotto controllo era quello dell’armiere), erano arrivati prima. Per la presunta detenzione illegale di una carabina, equiparata a un’arma da guerra, il magistrato finì ai domiciliari, salvo tornare subito in libertà a seguito dell’udienza di convalida dell’arresto e a seguito dell’interrogatorio in cui fornì la sua versione. Il relativo fascicolo di inchiesta era stato poi trasferito a Lecce, distretto competente nei procedimenti riguardanti i magistrati in servizio nel distretto di Corte d’Appello di Bari.

In primo grado, De Benedicits, nel maggio 2014, era stato assolto dai giudici salentini. Ma la Procura aveva impugnato il verdetto. Al termine del processo di secondo grado, la Corte d’Appello di Lecce aveva ribaltato la decisione, condannando il giudice a due anni di reclusione (pena sospesa). Ma De Benedictis, assistito dagli avvocati Massimo Manfreda del foro di Brindisi e dal prof. Franco Coppi ha impugnato la decisione in Cassazione. Nei giorni scorsi l’annullamento della condanna. Una decisione definitiva, dal momento che i giudici del Supremo Collegio hanno cassato il verdetto senza rinvio. La fine di un incubo, dunque, per un magistrato molto apprezzato da colleghi, avvocati, polizia giudiziaria, investigatori. Un giudice noto per la sua produttività e che, nella sua lunga carriera, si è occupato di fascicoli molto delicati. A sette anni e mezzo dal suo arresto, la Cassazione ha stabilito che De Benedictis non ha commesso alcun reato.

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