di Aldo Losito
BARLETTA - Fratelli coltelli. Prima della partita tutti amici, tanti abbracci, grandi sorrisi e scambio di zeppole. Alla fine del match offese, pugni, calci, pietre e sassi. Questo è quanto accaduto domenica scorsa a Canosa, fuori dallo stadio San Sabino che ospitava la sfida del campionato di Eccellenza, tra Barletta e Altamura. Dopo le ultime identificazioni, è salito a cinque il numero degli arresti tra i tifosi barlettani, mentre sono in corso le identificazioni dei supporter altamurani.
IL FATTO - L’inferno si è scatenato al termine della gara, conclusasi con il punteggio di parità. I primi problemi sono nati in campo, per il nervosismo dei calciatori. I tifosi altamurani hanno inveito sui calciatori barlettani, mentre un supporter della squadra di casa è riuscito a scavalcare la recinzione portandosi sotto il settore ospite, aizzando gli altamurani. Scoppiata la scintilla, i tifosi barlettani, usciti dallo stadio, hanno raggiunto gli ultras avversari che stavano salendo bordo dei loro mezzi. Solo il pronto intervento delle forze dell’ordine presenti sul posto (il reparto mobile, e gli agenti dei commissariati di Canosa e Barletta), ha evitato che le due fazioni arrivassero allo scontro fisico. Nel parapiglia generale, però, è stato distrutto il lunotto di un’auto parcheggiata. Subito bloccati due tifosi barlettani, che in modo violento e deciso, erano diventati i fomentatori degli scontri. Infatti il 41enne Giuseppe Dicataldo e il 37enne Marco Paolillo sono stati arrestati nella flagranza di reato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nonché violazione della legge 401/89 in materia di ordine pubblico.
IMMAGINI DECISIVE - Il lunedì, giorno dopo del match, l’attenta visione delle immagini della polizia scientifica ha permesso di «cristallizzare» le posizioni di molti altri tifosi barlettani protagonisti degli scontri. Il supporto delle immagini ha permesso di identificare altri tre soggetti, tutti barlettani, i quali avevano oltremodo tentato di arrivare allo scontro fisico con i tifosi dell’Altamura, lanciando pietre e bottiglie verso gli ultras avversari e verso le forze dell’ordine. Si tratta del 40enne Giovanni Iodice, il 31enne Pietro Delfoco e il 41enne Ruggiero Cassano. La polizia giudiziaria quindi, avvalendosi dell’art. 6 della legge 401/89 (sull’arresto nella flagranza di reato in differita entro le 48 ore) ha arrestato i tre, trasferendoli nel carcere di Trani. Per tutti i cinque tifosi barlettani arrestati è stato richiesto il daspo.
LE INDAGINI Le indagini proseguono, senza soluzione di continuità finalizzate all’identificazione di altri soggetti protagonisti degli eventi (molti dei quali altamurani), che saranno in seguito deferiti all’autorità giudiziaria e a carico dei quali sarà richiesta l’applicazione del daspo.
DASPATI ANCHE I TIFOSI DEL CASARANO Per evidenziare l’attenta ed incessante attività svolta dalla polizia giudiziaria in eventi di ordine pubblico, il questore di Bari Antonio De Iesu, ha emesso 16 provvedimenti di daspo a carico di altrettanti tifosi del Casarano, identificati anche grazie alla collaborazione con la compagnia dei carabinieri della città salentina. Gli ultras salentini si erano resi protagonisti di incidenti con le forze dell’ordine, in occasione della sfida di campionato tra Barletta e Casarano, svolta il 21 febbraio scoro allo stadio San Sabino di Canosa. Scesi dai rispettivi autobus, i support salentini hanno prima cercato il contatto con i tifosi barlettani, poi hanno sfondato il cancello del settore ospiti entrando senza biglietti e alla fine hanno tentato una invasione del campo al triplice fischio del match.