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Mafia, cavalli e auto in regalo a Savinuccio boss Bari scarcerato

 
Mafia, cavalli e auto in regalo a Savinuccio boss Bari scarcerato

Lunedì 14 Aprile 2014, 17:13

03 Febbraio 2016, 04:47

 BARI – In fila dietro la porta di casa del boss con regali di ogni genere, anche cavalli e auto, per dargli il bentornato a casa dopo anni di reclusione. E’ quanto accadeva al quartiere Japigia di Bari per la scarcerazione di Savino Parisi, il 'mammasantissimà Savinuccio.

A raccontarlo in un’aula del Tribunale di Bari è stato oggi a Bari un pentito del clan Parisi, Vito Tritta, ascoltato in videoconferenza durante un’udienza del processo 'Dominò, in cui Savinuccio è imputato insieme con altre 46 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di droga, usura, turbativa d’asta e riciclaggio.

Il primo dicembre 2009 le indagini portarono all’arresto di 82 persone, tra cui anche il boss del quartiere Japigia di Bari, scarcerato per scadenza termini nel dicembre 2012 (attualmente detenuto nell’ambito di un’altra indagine).

Stando alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, quando Savino Parisi fu scarcerato nell’aprile 2007 dopo circa 13 anni di detenzione in carcere dove scontava una condanna definitiva per associazione finalizzata al traffico di droga, in tanti, affiliati al clan ma anche semplici vicini di casa, avrebbero portato i propri omaggi al boss. Angelo Michele Stramaglia, noto come 'Chelangelò, il boss ucciso a Valenzano nell’aprile 2009, gli avrebbe regalato un cavallo. Lo stesso Tritta racconta di aver donato al capo clan una Lancia Y da 16mila euro. E poi salumi e formaggi dai vicini di casa.

Nell’interrogatorio dinanzi al procuratore aggiunto Pasquale Drago e ai giudici del Tribunale di Bari, Tritta ha riferito anche che nei periodi in cui il boss era in libertà, alcuni affiliati al clan gli facevano da scorta armata e quando le forze dell’ordine gli si avvicinavano, i ragazzi della scorta in sella a scooter mostravano le armi per farsi inseguire e consentire a Savinuccio di evitare Polizia e Carabinieri. Tritta poi ha ricostruito la rete degli spacciatori del clan e le più grosse partite di droga, per centinaia di migliaia di euro, acquistate negli ultimi anni soprattutto da Napoli.
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