Escono invece dall’inchiesta l’ex assessore e consigliere regionale Erminio Restaino (Pd) e il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero (Pd).
L'inchiesta – divisa in tre diversi filoni e condotta dalla Procura della Repubblica di Potenza – nell’ottobre del 2011 portò a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Bove e Sigillito, e ad alcuni provvedimenti cautelari per gli ex funzionari dell’impianto. Le accuse furono, a vario titolo, di associazione a delinquere, disastro ambientale, truffa, e falso: emerse, secondo gli investigatori, un inquinamento delle falde acquifere, almeno dal 2002, prodotte dal termovalorizzatore, a cui si aggiunse una mancata comunicazione dei dati agli enti di controllo, a cui si aggiunsero – secondo quanto si apprese – illeciti per alcune assunzioni e problemi legati all’autorizzazione per la discarica in contrada Pallareta, a Potenza. Secondo il gup (che ha disposto il non luogo a procedere o il fatto non sussiste per alcuni capi di imputazione) non vi fu invece alcuna associazione a delinquere, mentre è intervenuta la prescrizione per alcuni imputati coinvolti nella vicenda della discarica di Potenza. Dopo la lettura del dispositivo, parlando con i giornalisti presenti nel Palazzo di giustizia, Restaino ha detto “di essere stato sempre certo di un epilogo di questo tipo: è stato un periodo duro, anche con un certo accanimento, ma adesso è passato”.















