MANDURIA - «Un telefono è un’arma a doppio taglio: nemico di chi delinque e alleato della verità». Parola, senza tema di smentita, di uno che all’istituto tecnico industriale aveva 2 in elettronica e che oggi, adulto fatto con tanto di barba sale e pepe, è un tecnico informatico dalle cui mani – e cuore- passano migliaia di smartphone e hard disk, e storie di cronaca del panorama nazionale ed estero.
Salvatore Filograno da Manduria (Taranto) s’è costruito un lavoro giorno dopo giorno, scoprendosi e scoprendo le proprie passioni e attitudini, partendo dalla strada come suole dirsi, per arrivare lontano.
Da quel due ne è passata di acqua sotto i ponti, e oggi è titolare di un centro recupero dati dove confluiscono device e storie pesanti, di cui si legge sulla stampa e dietro cui ci sono spesso le sue manine, il suo tempo e il lavoro, un tempo per le procure, oggi prioritariamente come tecnico di parte di privati e legali, soprattutto.
«Ho iniziato nel ‘98 lavorando in un negozio di cellulari, mi piaceva aprirli, studiarli e spesso li smontavo sul letto di mio fratello che era partito per fare il militare. Poi ho aperto in proprio, vendita e assistenza ma sulla prima c’era troppa concorrenza. Mi sono specializzato nelle riparazioni, del recupero dati e ricordo che facevo firmare il modulo per la privacy quando ancora non era obbligatorio per legge».
Anni di pratica e studio fai da te, mentre si ammonticchiavano carcasse di telefonini… Oggi Salvatore ne custodisce almeno 5mila, come in un museo, i vecchissimi e-tacs, quelli molto piccoli e i «mattoni» dei nostri giorni, e poi migliaia di hard disk.
«Cambiano i tempi, cambiano i telefoni, oggi in quegli aggeggi c’è tutta la nostra vita, dati, foto, ricordi, documenti. Per questo mi sono dedicato al recupero dati, era una frontiera nuova. Da autodidatta ho continuato a studiare con la pratica, leggere la memoria, ho investito in strumenti all’avanguardia e mi sono fatto conoscere in tutta Italia partecipando a seminari di settore dove mi rendevo conto, con meraviglia, di essere sempre un passo avanti tanta era la mia voglia di imparare, sperimentare, investire»...