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Taranto jazz festival, finale col botto con il concerto di Fiorella Mannoia e Danilo Rea

Taranto jazz festival, finale col botto con il concerto di Fiorella Mannoia e Danilo Rea

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Applausi e consensi per lo spettacolo «Luce» che ha chiuso la rassegna musicale

Lunedì 24 Luglio 2023, 20:36

20:37

TARANTO - Una voce raffinata, un pianista virtuoso, un palco disseminato di candele a rendere l’atmosfera più intima, raccolta, suggestiva. E agevolare l’ascolto di capolavori senza tempo. Lo spettacolo «Luce» di Fiorella Mannoia e Danilo Rea ha chiuso con successo la quarta edizione del Taranto jazz festival, rassegna ideata da Antonio Oliveti (direttore artistico) con la collaborazione e il patrocinio dell’amministrazione comunale e il supporto della Bcc San Marzano di San Giuseppe, Telepeformance e altri sponsor privati. Sul palco dell’arena Villa Peripato completamente sold out il repertorio e i successi cantati dall’artista romana e l’improvvisazione jazz di Danilo Rea, capace di incantare il pubblico con la sua intensità.

«Ce lo eravamo promessi da tanto e finalmente - ha spiegato Fiorella Mannoia, elegantissima nel suo abito rosso - ci ritroviamo sullo stesso palco. Il mondo del jazz e il mondo del pop si incontrano, in una cornice suggestiva, senza schemi, senza sovrastrutture...solo musica nella sua libertà».

Il concerto si apre con un medley trascinante – solo piano - di Rea: «With Or Without You / Here Comes The Sun / Hey Jude / Il pescatore / La canzone di Marinella / La canzone dell'amore perduto / Bocca di rose». Poi entra in scena Fiorella Mannoia e parte il brano «Oh che sarà», cover in italiano del brano «O que sera» del cantautore brasiliano Chico Buarque de Hollanda, che l’artista romana ha saputo rendere magico («Quel che non ha governo né mai ce l'avrà, quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà, quel che non ha giudizio»). Poi «Come si cambia» e «C'è tempo», altri due pezzi scritti da Ivano Fossati, usciti nel 2004 e 2009. Il viaggio musicale prosegue con «La donna cannone» di Francesco De Gregori, «La cura» di Franco Battiato, «Sulo pe' parlà» di Pino Daniele. Il pubblico applaude, Fiorella si muove in maniera sinuosa, si toglie le scarpe e prova anche a ballare su un palco ristretto che è illuminato solo dal chiarore delle candele. È il turno di «Besame mucho», canzone scritta nel 1940 dalla messicana Consuelo Velázquez prima del suo ventiquattresimo compleanno, che fu composta prima ancora che l’autrice desse il primo bacio. Quindi «Quizas quizas quizas» del compositore cubano Osvaldo Farrés, «Messico e nuvole» del 1970 scritta da Vito Pallavicini, con la musica di Michele Virano e Paolo Conte. L’omaggio al grande cantautorato viene esaltato dalle interpretazioni di «Felicità» di Lucio Dalla, «E penso a te» e Insieme» di Lucio Battisti, «Sally» di Vasco Rossi, «Via con me» di Paolo Conte, «Margherita» di Riccardo Cocciante, un inno all’amore, alla bellezza e alle emozioni. Gran finale con «Quello che le donne non dicono», uno dei brani iconici della Mannoia («È difficile spiegare certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui» ma, dice l’artista a proposito del «ti diremo un altro sì», che può capitare che «le donne dicano no e quando dicono no è no!») e «Sempre e per sempre», brano enorme di Francesco De Gregori («Ricordati, dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai»).

Taranto, promette l’artista congedandosi dal pubblico, «è sempre nel mio cuore, tornerò e andrò al quartiere Tamburi (il rione a ridosso dello stabilimento ex Ilva che ha più sofferto e subisce ancora l’emergenza ambientale e sanitaria, ndr). La battaglia continua». Un concerto che ha lasciato il segno.

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