ALBERONA – Enormi cataste di legna, 14 falò artistici disseminati nelle piazze, lungo i vicoli e negli slarghi, da questa sera illumineranno a giorno la notte alberonese per la tradizionale ricorrenza dei «Fuochi di Sant’Antonio». Una tradizione antica che ri ripete puntualmente ogni 17 gennaio. «È importante amare il passato e condurlo nel futuro per conservare memorie e tradizioni», spiega Leonardo De Matthaeis, primo cittadino di Alberona, il pittoresco e romantico borgo nel cuore della Daunia, al confine con la Campania e non lontano dal Molise.
Sin dal primo pomeriggio, infatti, così come è tradizione, sono state preparati i vari stand con i prodotti tipici e le immancabili leccornie a base di carne di maiale e le varie cataste di legna. C’è una particolarità che rende unico il legame tra l’Abate e il borgo alberonese. Ogni contrada prepara un falò artistico con una forma diversa. Il legname viene disposto con cura per delineare una scena, un oggetto o un animale. Può capitare, quindi, di vedere un covone a forma di pozzo o uno che raffigura una grande macina per trasformare il grano in farina. Artisti e gruppi musicali itineranti hanno fatto da cornice allo svafillare e al crepitio dei fuochi.
«Con la premiazione dei tre fuochi più belli - aggiunge il sindaco - in Piazza Civetta, si è dato il via a musica e danze che si altterneranno fino a notte fonda. Lo spettacolo dei "Fuochi di Sant’Antonio", poi, sarà completato da altri due “ingredienti”: la degustazione di prodotti e piatti tipici e la partecipazione popolare che rende unica, piena di significati e di suggestioni, questa festa della tradizione che ha origini nella notte dei tempi».
Guardare il paese da lontano, mentre ardono i fuochi, è uno spettacolo senza eguali. Il cielo si tinge d’arancio e il profilo di Alberona diventa quello di un incantevole presepe. Oltre di uno dei «Borghi più belli d’Italia».