«La giustizia non fa sconti a nessuno»: così parla Francesco Curcio, procuratore capo di Potenza, sull'inchiesta che ieri ha portato all'arresto del giudice del tribunale di Brindisi Gianmarco Galiano, accusato di essere stato a capo di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di corruzione in atti giudiziari, falsi in atto pubblico, concussioni, abusi in atti d'ufficio, riciclaggio e autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. La Procura di Potenza ha presentato appello al Tribunale del Riesame per ottenere il riconoscimento di altri episodi: chieste 5 misure in carcere e 7 ai domiciliari. Sempre ieri arrestate altre 5 persone: il commercialista di Francavilla Fontana (Brindisi) Oreste Pepe Milizia, l'amministratore di una società che produce e vende all'ingrosso alimenti, Massimo Bianco (in carcere), la presidente dell'Ordine degli ingegneri di Brindisi, Annalisa Formosi, e gli avvocati Francesco Bianco (fratello dell'imprenditore) e Federica Spina (ex moglie del giudice), ai domiciliari. Altri due giudici del Tribunale di Brindisi rimasti a piede libero, insieme a 13 persone. Sequestrate due auto, diversi orologi di valore e quote immobiliari, denaro e beni per 1,2 milioni di euro
«Il nostro è un impianto accusatorio solido - continua Curcio - non si tratta di chiacchiere, né di intercettazioni. Che i soldi siano passati da una parte privata alla disponibilità del giudice è un fatto. Ritengo che chi abbia il compito di giudicare gli altri ha il dovere di essere ancora più corretto».