FOGGIA - E’ nei video la prova principale del processo a Federico Russo, 45 anni, foggiano, detenuto dal 17 febbraio quando fu fermato dalla squadra mobile insieme a un minorenne: è accusato di concorso in detenzione e porto illegale di esplosivo, danneggiamento e tentata estorsione aggravata dalla mafiosità al titolare del pub Poseidon in via Ciancarella nel centro storico del capoluogo, di nuovo bombardato la notte del 9 gennaio scorso. L’avv. Gabriella Sciusco ha chiesto il giudizio abbreviato davanti al gup di Bari, il che comporterà in caso di condanna la riduzione di un terzo della pena. Il giudice ha ammesso l’abbreviato e rinviato l’udienza a gennaio per requisitoria pm, arringa e sentenza. Russo ha assistito all’udienza in videoconferenza dal carcere di Larino, potrebbe rendere dichiarazioni nella prossima udienza.
Il titolare del locale…bombardato non si è costituito parte civile. Quando fu interrogato dai poliziotti dopo l’ennesimo avvertimento ai suoi danni, negò di aver ricevuto richieste estorsive, parlando di tentativi di avvicinarlo nei mesi precedenti di un paio di persone (identificate dalla squadra mobile ed estranee all’inchiesta), contatti che lui peraltro rifiutò. La vittima dell’attentato al pub è uno degli imprenditori foggiani, con interessi anche nella commercializzazione del caffè, in agenzie di scommesse e nel settore alberghiero, più bersagliati dalla criminalità: tra marzo 2018 e gennaio scorso ha subìto 7 avvertimenti (vedi articolo a parte ndr); il suo nome inoltre compare in due liste delle vittime del racket, sequestrate a marzo 2018 e nel dicembre 2019 nelle abitazioni di una casalinga e di un nipote di un capo-mafia; e infine per un’estorsione ai suoi danni due foggiani sono stati condannati recentemente nel processo “Decimabis” alla mafia del pizzo.
La notte sul 9 gennaio due persone a volto coperto posizionarono e fecero esplodere una bomba davanti al pub Poseidon in quel momento chiuso. Gli agenti della squadra mobile acquisirono i filmati registrati dalle telecamere della zona e delle vie di accesso a via Ciancarella, ricostruendo (come già avvenuto in indagini analoghe) il percorso seguito dai bombaroli nel raggiungere il pub e nell’andar via. E quel tragitto – dicono poliziotti e pm della Direzione distrettuale antimafia – parte e porta a casa del presunto bombarolo, volto già noto alle forze dell’ordine, ma mai coinvolto sino al fermo di febbraio in indagini sulla “Società”. Negli atti dell’indagine si parla però delle sue parentele con il capo-clan Federico Trisciuoglio morto a ottobre dopo una lunga malattia; del fratello Domenico ucciso il 10 ottobre ’99 da killer rimasti ignoti nell’ambito di una guerra di mala; di un altro familiare arrestato e condannato per tentata estorsione ai danni di venditori ambulanti del mercato settimanale del Venerdì, taglieggio cui si fa riferimento anche nell’inchiesta “Decimabis” contro la mafia del pizzo.
A dire dell’accusa i frame-video acquisiti agli atti processali ritraggono Federico Russo mentre poco prima dell’attentato esce dallo stabile dove vive, con in mano una busta che conteneva la bomba; e indossando vestiti analoghi a quelli calzati da chi fu poco dopo ripreso mentre piazzava l’ordigno davanti al pub Poseidon.