Rallentano la comparsa dei sintomi, migliorano le condizioni fisiologiche della pianta, ma non si registra una riduzione in modo significativo della popolazione del batterio Xylella fastidiosa. Sono questi alcuni dei risultati presentati a Locorotondo, nell’ambito di un lavoro di ricerca quinquennale che ha previsto l’uso di biopesticidi per contrastare la xylella fastidiosa, il patogeno che da oltre 10 anni è ritenuto la principale causa del disseccamento di milioni di ulivi tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Il progetto presentato è denominato Biovexo (realizzato attraverso la sinergia tra istituti di ricerca internazionali e consorzi privati) e nell’ambito delle attività sono stati sviluppati e testati in pieno campo, tra l’Italia e la Spagna e su ulivi e mandorli, pesticidi di origine biologica contro la xylella ed il vettore (Philaenus spumarius). Sono stati provati due biopesticidi, creati attraverso un estratto di cipolla ed un batterio endofita, nell’area epidemica del Salento.

Tra i risultati presentati, anche quelli relativi alle prove in campo condotte a Maiorca (Spagna) su mandorlo, che confermano i dati raccolti in Puglia sugli ulivi. A chiudere il panel 2, la presentazione di sperimentazioni sull'impiego del biopesticida Biovexo contro il Philaenus spumarius, vettore della Xylella, nell’ambito di una strategia di gestione integrata dell’infezione. La ricerca si è svolta nei comuni di San Vito dei Normanni, Oria, Squinzano e Francavilla Fontana, all’interno dell’area infetta. Ad oggi, le sperimentazioni Biovexo rappresentano le uniche prove condotte su un numero così ampio di piante, da 120 fino a 432 per alcuni uliveti.














