«Siamo qui per chiedere a tutti i cittadini di andare a votare per il referendum, pensiamo che ci siano tutte le condizioni per raggiungere il quorum». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine del comizio organizzato in piazza del Ferrarese, nel centro di Bari, a sostegno del referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno. «Pensiamo che sia importante votare - ha aggiunto - perché è il modo, finalmente, per cancellare delle leggi balorde e ridare dignità alle persone attraverso il loro lavoro e i loro diritti».
«Chi è al governo dovrebbe avere una responsabilità in più, che in molti casi non sta avendo perché invitare le persone a non andare a votare è un atto di irresponsabilità istituzionale e politica e dimostra che hanno paura» ha aggiunto.
«Hanno paura che la gente vada a votare - ha aggiunto - e che attraverso questo voto possa dire con chiarezza che la maggioranza di questo Paese chiede al governo e al Parlamento di cambiare leggi che da vent'anni costringono i giovani alla precarietà e indeboliscono il Paese e il lavoro».
Alla manifestazione sul referendum hanno partecipato oltre Landini anche la segretaria del Pd Elly Schlein, Nicola Fratoianni di Avs e la deputata M5s Chiara Appendino. La manifestazione si intitola 'Lavoro, sicurezza, cittadinanza: il cuore dei 5 referendum'. Per un lavoro stabile, sicuro e dignitoso. Per una cittadinanza piena e inclusiva. Per una società che mette al centro i diritti.
«Le cose stanno avvenendo tutte nello stesso momento, non siamo noi a decidere cosa succede. Quindi è il momento di invitare le persone ad andare a votare e tutte le persone che hanno un pò di buon senso pensano che sia necessario cessare la guerra a Gaza, come in Ucraina». Landini ha risposto così a chi gli chiedeva un commento sulle accuse rivolte dalla Lega, secondo la quale la manifestazione di abato prossimo a Roma per Gaza sarebbe utilizzata per spingere il referendum. «È necessario - ha aggiunto - non spendere in armi, ma per il lavoro, per i diritti, per la sanità. Ognuno deve misurarsi con i cambiamenti in atto e assumersi le responsabilità».
«Abbiamo raccolto firme per cambiare leggi che ha fatto sia il governo Renzi sia il governo Meloni». «Siamo obiettivi e indipendenti e dopo 25 anni di leggi sbagliate siamo in una situazione non più accettabile - ha aggiunto - È arrivato il momento di ragionare non per appartenenza politica, ma rispetto alla propria condizione. Cioè che nessuno vuole essere precario, che nessuno vuole uno stipendio non adeguato, che nessuno vuole morire sul lavoro». Landini ha detto anche che «c'è una domanda di libertà da parte dei giovani, chiedono che le persone possano usare la loro intelligenza per costruire un mondo migliore. Questo è un voto di libertà».
«Siamo passati da una politica che metteva al centro le persone e il lavoro, e aveva un’idea di industria e di impresa, a una in cui al centro è stato messo il profitto, il mercato e la competizione». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco della manifestazione organizzata nel centro di Bari per sostenere il referendum dell’8 e 9 giugno. «In questo - ha aggiunto - credo che ci sia anche una responsabilità del sindacato. L’operazione che stiamo facendo è di ricostruire la cultura del fare politica che rimetta al centro le persone». "Quello che stiamo facevo - ha detto Landini - è chiedere al Paese un cambiamento, che rimetta le persone nelle condizioni non solo di votare ma di decidere». Landini ha raccontanti infine che lavorando «non ho mai vissuto la precarietà, perché ho trovato dei diritti conquistati da chi c'era prima di me, per questo sento un senso di responsabilità, il livello di precarietà di oggi è inaccettabile». «Questa è la rivolta che dobbiamo fare - ha concluso - e passa da un voto».
SCHLEIN: NON RITRARE LA SCHEDA È UGUALE A NON VOTARE
«Dopo che La Russa, la seconda carica dello Stato, ha invitato all’astensione, abbiamo visto una fiammata di interesse e di partecipazione. Ecco, rispondiamo anche alle parole ieri della presidente del Consiglio Meloni. 'Vado a votare ma non votò. Nella migliore delle ipotesi vuole confondere gli italiani e bisogna essere chiari. Non ritirare la scheda è uguale a non votare, a volere affossare il referendum senza rispetto di tutti quei milioni di cittadini che invece vogliono che il proprio voto conti qualcosa». Lo ha detto a Bari la segretaria del Pd, Elly Schlein, durante il suo intervento ad un’iniziativa della Cgil per i referendum.
«E in questo ci dobbiamo rivolgere anche a chi ha votato per loro nelle ultime elezioni amministrative, politiche, regionali, perché ha ragione Chiara Appendino, anche tra gli elettori del centrodestra c'è un’altissima percentuale di condivisione di questi quesiti per queste situazioni di persone precarie che non riescono ad arrivare alla fine del mese». Secondo Schlein la premier «nella migliore delle ipotesi ha voluto confondere gli italiani, nella peggiore li sta prendendo in giro»
«Non sono sorpresa di quello che ha detto ieri Giorgia Meloni. Non sono affatto sorpresa. E sapete perché? Perché Giorgia Meloni ha paura della vostra partecipazione, ha paura della libera espressione del voto degli italiani su questi temi». Lo ha detto a Bari la segretaria del Pd Elly Schlein, durante il suo intervento ad un’iniziativa della Cgil per i referendum.
«Devo dire che siccome si è sempre vantata di essere molto fiera delle sue idee, avrebbe fatto meglio - ha aggiunto - a dire chiaramente che è contraria al fatto di contrastare la precarietà, di aumentare la sicurezza sul lavoro e di migliorare la legge sulla cittadinanza».
«Forse non mi avevano vista, però io ero in piazza con la Cgil anche nel 2015 contro il Jobs act, contro alcune scelte su cui questo voto ci permette di fare autocritica e riparare agli errori che il centrosinistra ha fatto in passato. Quindi a maggior ragione ci stiamo impegnando per andare a votare e lo stiamo facendo come fa una grande forza popolare e democratica». Lo ha detto a Bari la segretaria del Pd Elly Schlein, durante il suo intervento ad un’iniziativa della Cgil per i referendum.
«Quindi - ha riferito - abbiamo discusso, abbiamo affrontato la discussione nella direzione nazionale e abbiamo deciso insieme di votare convintamente cinque 'Sì a questi referendum e non ci sono stati voti contrari, non abbiamo chiesto abiure personali a nessuno, non siamo andati a rincorrere nessuno». «Ma se c'è una cosa di cui sono orgogliosa è che nelle rilevazioni, nei sondaggi di queste settimane - ha sottolineato - c'è un’adesione da parte della nostra base, dei nostri militanti, dei nostri elettori più alta del 95% a tutti questi quesiti e quindi è segno che sono le persone che ci chiedevano di abbracciare questa sfida, di farla insieme, di portarla fino in fondo con grande convinzione».
«Questo voto è una grandissima occasione per le italiane e per gli italiani che possono andare a cambiare delle leggi che hanno fatto male al lavoro in Italia. Possono andare a cambiare una legge sulla cittadinanza che è vero andava modificata già prima quando il centrosinistra poteva almeno provare ad avere i numeri per farlo. Invece non è stato fatto, ne è stato testimone Michele Emiliano». Lo ha detto a Bari la segretaria del Pd Elly Schlein, durante il suo intervento ad un’iniziativa della Cgil per i referendum.
«Oggi finalmente il Partito Democratico unito e compatto sostiene questa corsa, e lo fa - ha aggiunto - sapendo pure che bisogna spiegare bene questi quesiti». «Questi quesiti toccano ed entrano nella carne viva delle fratture sociali di questo Paese, delle diseguaglianze che sono aumentate vorticosamente in questi anni tra - ha concluso - la crisi economica e finanziaria e la pandemia».
APPENDINO: MAI CON CHI NON PRENDE LE DISTANZE DAL JOBS ACT
«Io credo francamente che la politica non sia fatta di carte bollate. Abbiamo fatto un percorso, ci siamo identificati in un nuovo corso che ci pone in un campo progressista che significa ovviamente essere alternativi alle destre e identitario che significa proposte radicali. Io sento spesso parlare di campo largo, campo giusto. Guardate che noi siamo qui per dare risposte ai cittadini». Lo ha detto a Bari la deputata e vicepresidente del M5S Chiara Appendino, a margine di un incontro organizzato dalla Cgil per i referendum in programma domenica e lunedì prossimi.
«Il referendum - ha spiegato - è uno spartiacque, cioè noi stiamo decidendo da che parte stare, con i Jobs act o senza. Per noi senza».
«Allora noi non potremo mai fare accordi, non potremmo mai stare insieme a chi non è alternativo alle destre nei fatti. Quindi penso ad esempio a chi vota con la destra sulla giustizia, penso a chi non prende le distanze da questo Jobs Act che è - ha concluso Appendino - una piaga sociale e che ha generato precariato».
«Noi abbiamo delle mani che sono libere e queste mani libere sono quelle che ci permettono di fare politica, quindi ovunque andiamo, in particolare mi riferisco alla Puglia, noi vogliamo 'discontinuità', vogliamo cambiamento, vogliamo un programma che sia nell’interesse dei cittadini» ha aggiunto Chiara Appendino rispondendo a domande su possibili apparentamenti con il centrosinistra per i ballottaggi per le comunali di Taranto di domenica prossima e per le elezioni regionali di autunno.
«Ed è per questo che a Taranto - ha detto - ci sarà stasera un’assemblea e ovviamente il territorio che decide, non vengo io a dire cosa devono fare, però un punto è chiaro, io ero con loro in campagna elettorale. Noi abbiamo le mani libere, non ci interessano poltrone, non ci interessano 'accordicchì». "Abbiamo posto delle questioni che sono politiche, aspettiamo risposte su queste questioni politiche e poi i cittadini ovviamente anche l’assemblea deciderà, ma noi non vendiamo le nostre mani pulite - ha concluso - per un accordo, un 'accordicchiò: non ci interessa questo».
«In Puglia - ha concluso - stanno lavorando i tavoli provinciali: hanno concluso, hanno costruito un programma con una serie di proposte, ci sarà un confronto sui temi. Però lo dico chiaro, vale per la Puglia e poi su Taranto».
LE PAROLE DI FRATOIANNI
«Cinque convinti sì hanno il potere di cambiare la vita della gente da un giorno all’altro senza mediazione. Ed è il motivo per cui a destra hanno paura, invitano al non voto. Lo fanno perché non hanno argomenti per spiegare alle persone perché dovrebbero continuare a veder peggiorare la loro vita invece che provare a migliorarla solo con la forza del loro voto». Lo ha detto il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, a margine del comizio organizzato in piazza del Ferrarese, nel centro di Bari, a sostegno del referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno. «Per questo - ha aggiunto - siamo mobilitati in tutta Italia dall’inizio e siamo qui e lavoreremo fino all’ultimo minuto per raggiungere il quorum e cominciare a cambiare il Paese in meglio».
Il referendum «è l’indicazione di una possibile agenda che dica basta alla precarietà. È precarietà essere licenziati ingiustamente, non poter riavere indietro il proprio lavoro, quella di chi esce per andare a lavorare e non sa se tornerà la sera perché hanno indebolito la filiera di controllo sulla sicurezza».
«La precarietà - ha aggiunto - è anche quella di tanti italiani a tutti gli effetti che però non hanno le tutele degli altri italiani a causa di una legge vetusta che impiega tempi biblici per riconoscere una cosa scontata». A chi gli chiedeva se sia possibile il campo largo ha risposto che «penso che si debba sempre lavorare per costruire convergenze ed è un lavoro che facciamo come Alleanza Verdi e Sinistra. È un lavoro che, quando produce risultati, fa perdere la destra. Perché la destra non solo non è imbattibile, ma può essere sconfitta».