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Giornata della Memoria, Pasquale Martino: «Pericoloso comparare la falce e il martello alla svastica nazista»

 
Carmen Palma

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Carmen Palma

Il presidente del comitato provinciale dell'Anpi durante la cerimonia in ricordo di Filippo D’Agostino, deportato e ucciso nel lager nazista di Mauthausen

Lunedì 27 Gennaio 2025, 12:43

16:37

BARI - «Oggi rendiamo onore anche ai simboli che hanno contribuito alla Liberazione: la falce e il martello, la croce cristiana, la Union Jack, la stella di David. È vergognoso compare questi simboli alla svastica nazista, come qualcuno oggi intende fare. Il 27 gennaio è la giornata giusta per ribadirlo. Mai più Auschwitz, è questa la lezione di oggi. Qualcuno rifletta, in propria coscienza, se questo mai più si è realizzato oppure no». Così Pasquale Martino, presidente del comitato provinciale dell'Anpi, ha dichiarato durante la cerimonia in ricordo di Filippo D’Agostino, sindacalista, consigliere comunale di Bari, antifascista e medaglia d’oro al valor militare, deportato e ucciso nel lager nazista di Mauthausen.

Martino fa riferimento alla risoluzione approvata dal Parlamento Europeo in cui i deputati «condannano la falsificazione sistematica russa di argomentazioni storiche per giustificare la guerra illegale di aggressione in Ucraina». Nel testo si legge che il Parlamento Europeo «deplora il continuo utilizzo negli spazi pubblici di simboli dei regimi totalitari e chiede di vietare, all’interno dell’Unione, l’uso dei simboli nazisti e comunisti sovietici, così come dei simboli dell’attuale aggressione russa contro l'Ucraina». I parlamentari del Partito Democratico (PD), dell’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e del Movimento 5 Stelle (M5S) hanno votato contro il paragrafo che vuole accostare i simboli di comunismo e nazismo. «Un conto è il regime sovietico, un conto è l’ideologia politica comunista, togliere anche falce e martello vuol dire cancellare un’intera pagina della politica, anche europea», ha dichiarato l’eurodeputata dei Verdi Benedetta Scuderi.

A Mauthausen, che fu uno degli ultimi campi ad essere liberati, furono deportati alcuni significativi esponenti dell’ antifascismo tra cui, oltre il già citato ferroviere D’Agostino, originario di Gravina e uno dei fondatori del partito comunista in Terra di Bari, anche il giornalista Alfredo Violante, originario di Rutigliano, emigrato a Milano, noto per le sue idealità democratico liberale e Vincenzo Aulisio, originario di Ascoli Satriano, esule in Francia e Belgio. Aulisio rientrato in Italia strinse un intimo sodalizio con Michele Cifarelli e con il gruppo liberal socialista di Bari guidato da Tommaso Fiore; subì l’arresto a Milano, dopo l’armistizio e l’invio prima al campo di Fossoli e poi la deportazione nella fortezza di Mathausen. D’Agostino fu uno dei primi ad essere eliminato nell’estate del 1944, mentre Aulisio e Violante morirono nel marzo e nell’aprile del 1945.

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