BARI - Il gusto musicale è qualcosa di strettamente personale, di solito legato a sensibilità, esperienze private, ricordi, periodi storici in cui si ha la fortuna/sfortuna di nascere. È un qualcosa di assolutamente soggettivo: ciò che a una persona piace molto, un'altra può trovarlo inascoltabile, e viceversa. Esistono cose - tuttavia - indiscutibili, inoppugnabili, lampanti: ne è un esempio la magia della voce di Giorgia, che ieri sera si è esibita davanti al pienone del PalaFlorio di Bari, e i fiumi di standing ovation, urla e applausi del pubblico non sono quasi sembrati abbastanza per celebrare un talento così puro. Il tour che prende il nome dall'ultimo disco, «Blu», ha fatto tappa per la terza volta nel 2023 tra Puglia e Basilicata: prima la leg nei teatri, al Petruzzelli, poi Matera, la scorsa estate, e ieri il palazzetto, con la consueta acustica mai perfetta, tanto da chiedersi dove altro sarebbe potuta arrivare l'estasi davanti alle note di un'ugola così sublime.
Parole che possono sembrare esagerate solo a chi non ha mai assistito dal vivo a un concerto di Giorgia. Una lezione di canto live, bassi profondi e svolazzi talentuosi, senza mai strafare, controllando ogni singola nota e portando la voce esattamente dove vuole, negli abissi dell'anima o «nell'iperspazio», davanti a un pubblico adorante che nonostante le varie occasioni per vederla dal vivo non le fa mancare mai l'affetto travolgente. Aggettivo non a caso, dal momento che alcuni fan hanno letteralmente «interrotto» lo spettacolo per fare irruzione sotto il palco e portarle fiori, magliette, buste di cibo (qui il video). E lei, «ragazza de borgata», irresistibile nel suo accento romano, chiama rinforzi per raccogliere il mucchio di lettere e regali, accarezza una bimba che porta il suo stesso nome, e a 52 anni si gode una seconda giovinezza, una nuova ondata di fan arrivati, sempre più massicci, dopo l'ultimo Sanremo, pronti a sostenerla anche per il prossimo Festival, che la vedrà co-conduttrice per la seconda serata.
Lo show è quasi minimale, ma con quella voce non c'è bisogno di grandi orpelli. Sul palco una superband: c'è Andrea Rigonat, marito di Elisa, alle chitarre; Andrea Faustini (terzo posto a XFactor UK nel 2014), che non fa rimpiangere Marco Mengoni in «Come Neve»; la batteria di Mylious Johnson, il Salento è la sua seconda casa. E ancora la voce corposa ed elegante di Diana Winter, insieme a Fabio Visocchi e Gianluca Ballarin, tutti sotto la sontuosa direzione musicale di Sonny T. Musica al centro, quindi, in una scaletta che alterna momenti tutti da ballare (è la cantautrice stessa che invita la platea ad alzarsi in piedi per un paio di brani, rincuorando la security) e brani d'atmosfera ormai entrati nella storia della canzone italiana. Ed ecco che accanto a «E poi», «Di sole e d'azzurro», «L'eternità», arrivano la cover di «Toxic» di Britney Spears, «I feel love» di Donna Summer, e un mash-up tra Rihanna e Michael Jackson. Chiusura con una «Come Saprei» magistrale, piano e voce, le lacrime non mancano, la platea canta a squarciagola. Ce n'è per tutti, ma in realtà non ce n'è per nessuno: Giorgia è la più brava di tutte, talento ed energia, emozioni e ironia, simpatica senza essere mai sopra le righe. Niente fronzoli, sotterfugi, solo un unico, vero motivo, che dopo 30 anni di carriera la tiene ancora lì: la musica.
SCALETTA
1. Io fra tanti
2. I feel love
3. Nessun dolore
4. Normale
5. Quando una stella muore
6. Non mi ami
7. Vivi davvero