Si avvia alla conclusione un anno, il 2022, di grandi cambiamenti, dominato dall’ombra cupa di una guerra assurda e terribile, in Italia segnato da nuovi assetti governativi, nel mondo intero, da un senso generale di instabilità che assedia le nostre vite personali molto più di quanto ce ne si renda conto e si dica. Tempo di bilanci, e per una come me, che vive di scritture e di letture, bilanci sui libri, anche. C’è stato un libro italiano in questo 2022 che mi ha consolato il cuore riempiendolo di allegria; lo ha scritto Laura Marzi, una giovane autrice nata ad Aosta, con un dottorato a Parigi su questioni di «gender», poi trasferitasi a Roma là installandosi e innamorandosi della parte più multietnica della città. Più della sua biografia, conta comunque il romanzo che ha scritto (un libro che, come molte volte accade, è anche una sintesi trasfigurata di esperienze reali). Si intitola La materia alternativa (Mondadori) e se scelgo di parlarne qui è perché trovo contenga belle ed energiche indicazioni per il cuore. Protagonista de «La materia alternativa» è una giovanissima donna anonima (mai nel corso del libro conosciamo il suo nome, sebbene a lettura ultimata ci sembri di conoscere benissimo lei). Insegna a giovani adolescenti la materia alternativa alla religione, un insegnamento diffuso solo in parte in Italia, proposto in alternativa all’ora di religione, e che viene impartito o a giovani figli di famiglie della borghesia laica o, come è questo il caso, a ragazzi di famiglie straniere, con altri credi religiosi.
La cosa bella è che l’aggettivo «alternativo» non si riferisce soltanto a questo particolare insegnamento piuttosto nuovo nella didattica italiana: anche, «alternativa» nel libro è la ricerca di una strada sentimentale che, in parallelo all’impegno nella scuola, la giovane donna protagonista conduce, cercando e solo in parte trovando per sé stessa una nuova prospettiva sui sentimenti, il sesso, l’amore.
Ci vuole coraggio per impartire a se stessi un’educazione sentimentale autonoma, e questo coraggio alla giovane donna non manca, anzi, ne è piena, e di quel suo essere ardimentosa va giustamente fiera. In un appartamento piccolissimo della periferia multietnica della città dunque si incontra con giovani uomini diversi, o va da loro, da alcuni si lascia rincorrere e amare, con altri solo flirta, con altri ancora gioca a un nascondino leggero e divertente: sino a quando di un uomo non si innamora sul serio. Se ne innamora perché le assomiglia, come lei è sempre in fuga, come lei ha paura di legarsi, come lei crede che saper stare da soli e non dipendere da nessuno, non cadere nella trappola di nessun legame «serio», ufficiale, sia la prima cosa, la prima regola, il codice che più di tutti vale.
E invece ecco lei si innamora di lui, i loro incontri sono incandescenti e dolcissimi, pieni di passione come accade quando i corpi all’unisono con le anime parlano la stessa lingua e si sprigiona l’incantesimo di Eros. Ma (c’è sempre un «ma» per farci imparare una lezione) il giovane uomo non accoglie il miracolo della loro affinità; si sottrae, sceglie di recidere sul nascere la radice germogliante del legame che sta nascendo tra di loro. In nome di un’autonomia e diritto alla poligamia, valori per lui cruciali, lascia la giovane donna. E lei, rimasta sola e tanto, tanto triste, riflette sull’origine di quella fissazione sull’indipendenza che condivide con lui, quel «me la cavo da solo» che lei sarebbe stata pronta ad abbandonare per amore. Capisce che se ha sempre temuto di perdere l’autonomia in amore, è perché sin da bambina ha pensato che doveva salvarsi da sola, proteggersi da sola, amarsi da sola perché nessun adulto lo avrebbe davvero fatto per lei.
C’è un nesso profondo tra la paura dell’amore e un antico, lacerante timore che nessuno nella vita saprà davvero prendersi cura di noi. Il romanzo di Laura Marzi lo racconta benissimo, in modo divertente e commovente. Tra le altre cose, spiegando che «la materia alternativa» all’amore calmo, consolidato, un amore buono e che si costruisca con facilità, è un cammino frastagliato, complesso eppure bellissimo da compiere. Un cammino lungo il quale cadiamo e ci rialziamo, e passo dopo passo, tra cadute e risollevamenti cresciamo e medichiamo le nostre ferite. Comprendendone l’origine, con audace onestà riconoscendo una nostra antica sfiducia gli altri, un antico dolore al pensiero che nessuno ci potrà veramente stare accanto senza in qualche modo tradirci. Una lezione per il cuore, e un libro che un posto al cuore lo trova, tra capitomboli e tante peripezie. Un regalo, tra i libri italiani letti in questo tanto aspro 2022.