(Adnkronos) - È tempo di tornare tra i banchi universitari, ma anche di presentare la dichiarazione dei redditi entro le scadenze del 30 settembre, per chi usa modello 730, o del 31 ottobre, per chi usa il modello Redditi.
E i due impegni non sono del tutto scollegati: chi frequenta l’Università, infatti, ha diritto a uno sconto IRPEF in relazione ai costi sostenuti per lo studio, dai test d’ingresso alla laurea.
In linea con quanto previsto dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, fanno parte del lungo elenco di spese detraibili.
In altre parole, tramite la dichiarazione dei redditi è possibile recuperare, sotto forma di sconto IRPEF, il 19 per cento dell’importo pagato all’Università nell’arco di un anno per la frequenza di un corso di laurea.
Il TUIR prevede una detrazione del 19 per cento sulle imposte da versare che può essere calcolata tenendo conto non solo delle tasse universitarie, ma di un’ampia gamma di costi, come ad esempio:
● la partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea: la prova di preselezione costituisce una condizione indispensabile per la frequenza dei corsi. Mentre sono esclusi i corsi di preparazione alla selezione;
● le tasse di immatricolazione ed iscrizione: ne hanno diritto anche gli studenti fuori corso ed è possibile includere nelle spese universitarie detraibili anche i costi per la ricognizione da pagare per riattivare la carriera dopo un periodo di pausa;
● le soprattasse per esami di profitto e laurea.
Il raggio d’azione è ampio e va anche oltre i confini nazionali. Sono detraibili, infatti, le spese sostenute con modalità tracciabili per la frequenza di corsi di laurea presso università statali e non statali, ma anche di perfezionamento e/o di specializzazione universitaria, che sono tenuti presso università o istituti universitari pubblici o privati, italiani o stranieri.
Può beneficiare dell’agevolazione, inoltre, anche chi sostiene delle spese universitarie che non sono strettamente connesse al conseguimento di una laurea.
Via libera allo sconto IRPEF, quindi, anche per chi partecipa ai corsi organizzati dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori), ma anche per frequenza dei Tirocini Formativi Attivi (TFA) per la formazione iniziale dei docenti istituiti presso le facoltà universitarie o le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica o di corsi di formazione universitari o accademici per il conseguimento dei CFU/CFA per l’accesso al ruolo di docente.
Al contrario non è prevista nessuna riduzione delle imposte per l’acquisto di libri, strumenti musicali, materiale di cancelleria, viaggi, vitto e alloggio, a patto che non possano rientrare in altri tipi di detrazioni. Un esempio è ilbonus affitto previsto per i giovani che, in ogni caso, segue regole diverse.
Per ottenere l’agevolazione è necessario indicare i costi sostenuti nella dichiarazione dei redditi, ed anche è utile sapere che gli stessi Atenei comunicano all’Agenzia delle Entrate le cifre pagate da cittadini e cittadine. In questo modo chi utilizza, ad esempio, il modello 730/2025 precompilato trova già inseriti i dati necessari per applicare la detrazione.
Per chi frequenta le Università private e intende ottenere l’agevolazione, però, è necessario fare una precisazione importante: lo sconto IRPEF può arrivare a un massimo di circa 740 euro.
In relazione ai costi per le Università non statali, la detrazione IRPEF si calcola tenendo conto di una soglia limite di spesa che cambia in base all’area disciplinare e al territorio e viene stabilita di anno in anno dal Ministero dell’Istruzione.
Per il periodo d’imposta 2024, e quindi per la dichiarazione dei redditi 2025, le regole che si applicano anche ai corsi organizzati dalle università telematiche sono contenute nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 gennaio 2025.
“Nel caso in cui le spese siano sostenute per la frequenza di corsi istituiti sia presso università statali sia università non statali, la detrazione per le spese sostenute per la frequenza presso le università statali potrà essere calcolata sull’intero importo mentre quelle sostenute presso università non statali saranno ricondotte nei limiti previsti dal decreto del MUR con le modalità sopra descritte”, ha chiarito l’Agenzia delle Entrate nella guida sulla dichiarazione del 2025.
Vale per tutti e tutte coloro che hanno un reddito superiore ai 120.000 euro, invece, la riduzione dell’agevolazione: il valore della detrazione decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a euro 240.000.