«Non può accadere che tutto finisca con un falò di litigate e personalismi. Dall’altra parte, dove c’è chi non ci ha concesso la candidatura, ci sono persone che hanno acceso fuochi su situazioni di grande debolezza»: il governatore Michele Emiliano, dopo lo stop alla sua candidatura imposto da Antonio Decaro, non lascia, ma raddoppia l’impegno e lancia la candidatura al consiglio regionale nelle fila del Pd del deputato Ubaldo Pagano con un appello all'unità del partito, non nascondendo la lacerazione dei rapporti con l'ex presidente Anci. L’annuncio è avvenuto ieri sera davanti a oltre cento dirigenti e amministratori riuniti nell’albergo Parco dei Principi, nel quartiere di Bari Palese.
«A me non mi fanno candidare e quindi sciogliamo le fila? Mai, col fischietto… Avete messo un veto personale al presidente della regione in carica, che ha iniziato questa storia, perché avete paura dei voti che avrebbe preso. E noi candidiamo un’altra personalità. So fare anche il “frate semplice”»: così ha spiegato la scelta di partecipare attivamente, accanto a Pagano, alla prossima campagna elettorale. «Non ci sarà nessuna guerra nel partito, nelle direzioni provinciali. Non mi comporto - ha sentenziato il governatore indicando la linea - con i modi usati da quelli che mi hanno bistrattato. Dobbiamo metterci a disposizione della maggioranza che vincerà. Il presidente, lo sottolineo, non è centrale in un progetto. E’ troppo complicato gestire una vicenda come questa senza portarsi dietro tutta una comunità. Riprendiamo ora il cammino con lo stesso entusiasmo di sempre e sapremo cosa fare».
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