MIMMO MAZZA
TARANTO - Un gruppo di cittadini di Taranto, su iniziativa dell’ex consigliere comunale Lina Ambrogi Melle, ha notificato - attraverso gli avvocati Andrea Saccucci, Matteo Magnano e Roberta Greco - un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, con la richiesta di sospensiva, avverso il decreto del premier Gentilino del 29 settembre scorso che contiene il piano ambientale dell’Ilva proposto da Am Investco, società formata da Arcelor Mittal e Gruppo Marcegaglia per rilevare il siderurgico dall’amministrazione straordinaria. Al ricorso al presidente Mattarella hanno aderito anche Giustizia per Taranto, Peacelink e Fondo Antidiossina.
«Abbiamo deciso di impugnare il decreto che ha valore di nuova Aia per l’Ilva - spiega in una nota Ambrogi Melle, già promotrice di un ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo contro lo Stato italiano per presunta violazione dei diritti alla vita, alla salute ed alla vita familiare - perché altrimenti diventerebbe efficace e definitivo fino al 2023 e nessuno potrebbe successivamente intervenire anche in caso di reiterazione di reati gravissimi in quanto i nuovi acquirenti dell’Ilva, come gli attuali commissari straordinari, sono protetti da un’anomala immunità penale ed amministrativa che in altri termini significa avere licenza di uccidere i tarantini. Noi - conclude - non possiamo rimanere inermi di fronte ad una politica che continua a proteggere gli interessi economici di privati a discapito della salute di una popolazione e sentiamo il dovere di percorrere fino in fondo ogni possibile strada legale per ottenere giustizia e rispetto per le nostre vite».
Intanto il sindaco Rinaldo Melucci ieri, dopo il lavoro fatto dal vicesindaco Rocco De Franchi, i tecnici del Comune e i rappresentanti della struttura commissariale, ha integrato l’ordinanza sui wind day di mercoledì scorso, disponendo le modalità attuative. Lo scopo dell’integrazione è quello di limitare lo spolverio di polveri dai parchi minerali del siderurgico verso la città nei giorni in cui il vento da nord supera i 26 chilometri orari (che è la soglia minima per dichiarare il wind day) ma anche di non interrompere del tutto il ciclo produttivo dell’Ilva - cosa che avverrebbe in caso di blocco della movimentazione dei parchi minerali - e dunque evitare il danneggiamento degli impianti. In particolare, per quel che riguarda i parchi minerali, l’Ilva garantirà nei giorni di wind day la riduzione fino al 50% del tempo di utilizzo delle macchine di ripresa e messa a parco delle materie prime e dei nastri trasportatori non chiusi ad essi funzionalmente connessi durante. Ilva dal canto suo oltre ad osservare gli obblighi contenuti nell’ordinanza (che dunque non sarà impugnata al Tar), assicurerà un report mensile che darà evidenza delle misure attuate nei giorni di wind day.