E sono proprio due giovani i protagonisti del film: Pietro Pasotti, nei panni di Rudy; e Tatiana Luter, nel ruolo di Natascia Rambova, moglie del 'divo dei divì. Più che una promessa, una conferma del panorama italiano, è invece Nicola Nocella nelle vesti del Capocomico di una compagnia teatrale: "Sono l’alter ego di Valentino", spiega mentre ironizza su un valzer che la Cardinale ha ballato con lui: "Dopo Burt Lancaster e Alain Delon – scherza Nocella – vedete dov'è finito il cinema italiano". Cita D’Annunzio, invece, Masotti: "Voglio osare l'inosabile, io sono Valentino", dice prima che Tatiana Luter ricordi la fatica per costruire un personaggio: "Ci hanno fatto leggere molto e vedere tutti i documentari su Rodolfo Valentino".
Eppure, nonostante il materiale disponibile, Cirasola sottolinea che "in Italia tutti conoscono Valentino Rossi e Valentino lo stilista, ma nessuno sa di Rudy, un personaggio che volevo raccontare da prima che facessi il mio primo film". E così, "dopo 25 anni di attesa", arriverà sul grande schermo la storia di chi, "dopo un decennio trascorso in giro per il mondo, nel 1923 torna nella sua città natale che ritrova troppo ancorata ai valori arcaici in cui Valentino e sua moglie non si riconoscono: malmenato e maltrattato da paesani e famigliari, Rudy si rifugerà nel sogno lontano da una realtà che non gli appartiene più". Quella stessa realtà in cui oggi, conclude Gaeta, "i cittadini di Castellaneta stanno lavorando insieme, come una grande famiglia, per ricordare Rodolfo Valentino".
















