«Stiamo aspettando l’autorizzazione del Ministero della Salute sull’assunzione del personale sanitario e di risorse economiche per far funzionare a pieno i servizi del nuovo ospedale San Cataldo. Il Ss Annunziata è, ormai, inadeguato e non riesce a soddisfare tutte le esigenze della cittadinanza e dell’equipe medica. Abbiamo bisogno di terminare i lavori, così da avere un secondo Pronto Soccorso. Una città come Taranto, con più di 200mila abitanti, non può più restare sprovvista di questo servizio». Lo ha dichiarato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia che, a pochi giorni dal termine del suo mandato, ha partecipato all’incontro che si è svolto ieri all’interno del nuovo ospedale San Cataldo, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori e degli allestimenti per le sale di degenza e gli ambulatori.
«Gli uffici direzionali della struttura - ha detto il direttore dell’Area tecnica, Paolo Moschettini- sono agibili, in questo momento possiamo iniziare a trasferire alcuni dipendenti della direzione sanitaria e amministrativa del presidio, per iniziare a organizzare il lavoro in previsione dell’apertura. Sono state installate, inoltre, le prime apparecchiature: due tac e due risonanze magnetiche in attesa delle altre 21 macchine destinate al San Cataldo che pensiamo di sistemare verso la fine di maggio e i primi giorni di giugno».
L’ospedale avrà 723 posti letto, con reparti specialistici, ambulatori, sale operatorie rappresentando la struttura sanitaria più grande della regione e non solo. «Verranno inserite nuove discipline – ha detto il commissario straordinario Asl Taranto, Vito Gregorio Colacicco – assenti nel settore sanitario pubblico del territorio: la cardio chirurgia, la neuropsichiatria infantile, la maxillo facciale fondamentale per chi subisce dei traumi e malformazioni al cranio, viso e collo dovuti anche a degli incidenti. Un servizio di primo soccorso che fino ad oggi prevedeva il trasferimento al policlinico di Bari».
Tutti settori che andranno a potenziare la qualità dell’assistenza, a colmare le gravi carenze strutturali e organiche che la provincia di Taranto vive, ormai, da tempo. Si tratta infatti di un’implementazione di circa 1000 operatori sanitari tra dirigenti medici, infermieri, operatori socio-sanitari, assistenti e circa 700 unità del personale di sanità service, la società che cura tutti gli aspetti legati alle pulizie. «Un piano occupazionale – ha detto il commissario straordinario, Colaccicco - già presentato, nei mesi scorsi, al Ministero della Salute e che deve essere accettato per permettere il funzionamento dell’ospedale e rispettare le normative in vigore del decreto ministeriale relativo all’assistenza di comunità».
Un progetto dove l’innovazione tecnologica dovrà integrarsi con l’umanizzazione dei percorsi, la cura di prossimità della cittadinanza e la formazione delle figure professionali certificando la struttura sanitaria come policlinico. «La legge per l’azienda autonoma – ha detto il governatore uscente Emiliano- già esiste, stiamo aspettando che il Ministero della Salute e il Ministero delle Economie e Finanze accettino la delibera».
Lo conferma anche il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, sottolineando come l’ospedale San Cataldo rappresenterà un elemento fondamentale di supporto per il settore sanitario, capace di assistere o prendere in cura i cittadini che abitano nella zona delle Tre Carrare – Solito e delle aree limitrofe come Talsano, Lama e San Vito e non solo. «Grazie al corso di studi in medicina – ha detto il primo cittadino –puntiamo e investiamo sui giovani, per farli crescere e specializzare nel loro territorio, generando così un economia circolare interna alla città».
















