Si è conclusa con 9 rinvii a giudizio e 1 patteggiamento l’udienza preliminare per gli imputati coinvolti nell’inchiesta sull’incidente che a marzo 2022 costò la vita a Massimo De Vita, il 45enne operaio tarantino schiacciato e ucciso nel porto di Taranto durante le operazioni di «sbracatura» di un cosiddetto «Root frame», grosso telaio in acciaio usato per fissare alcune pale eoliche scaricate dalla nave, che si era ribaltato durante le operazioni di movimentazione a terra del carico appena sbarcato dalla nave Bbc Opal. Ad andare a processo con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo così come deciso dal giudice Mariano Robertiello sono 8 persone fisiche e la società «Peyrani Sud» a cui erano stati affidati i lavori. Tra gli imputati, alcuni assistiti dagli avvocati Carlo Raffo, Francesco Fico e Michele Rossetti, i vertici della «Peyrani Sud» e della «Nuova Neptunia» (ditta assistita dall’avvocato Massimo Saracino che aveva prestato la manodopera dell’operaio morto nell’incidente e che è stata citata esclusivamente come responsabile civile) e anche alcuni colleghi di lavoro dello sfortunato operaio. Infine, uno dei colleghi della vittima ha patteggiato 10 mesi con pena sospesa. Nel procedimento si sono costituiti parte civile i familiari della vittima attraverso gli avvocati Pietro D’Alfonso, Francesco D’Errico e Salvatore Maggio...
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