È stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione il 64enne Vincenzo Stranieri - uno dei principali esponenti della Sacra Corona Unita che per anni ha dominato il territorio manduriano - anche se il giudice ha riconosciuto all’imputato la semiinfermità mentale come emerso dalla perizia psichiatrica. È questo l’esito del processo con rito abbreviato per l’ex boss soprannominato “Stellina”, accusato di evasione e detenzione e porto illegale di armi, raggiunto dai poliziotti lo scorso aprile dopo essersi allontanato da casa per tre giorni mentre era agli arresti domiciliari. Il gup Francesco Maccagnano ha riconosciuto le attenuanti per le condizioni mentali del 64enne stabilendo che dovrà essere sottoposto a libertà vigilata per la durata di un anno. Il risultato della consulenza psichiatrica per Stranieri, assistito dagli avvocati Lorenzo Bullo e Michele Iaia, aveva concluso la conseguente incompatibilità delle sue condizioni con il regime carcerario.
Gli agenti del centro messapico diretti dal commissario Marinella Martina che avevano fermato e condotto in carcere Stranieri, da giorni si erano messi sulle sue tracce e infine lo avevano individuato dinanzi al carrozziere mentre aspettava di ritirare l’auto, forse per cominciare una latitanza. Quando i poliziotti lo hanno avvicinato Stranieri avrebbe immediatamente portato una mano alla tasca dei pantaloni, ma la prontezza dei poliziotti ha consentito di bloccare qualunque altro movimento: “Stellina” aveva con sé una pistola semiautomatica clandestina, modello 34 con caricatore inserito e rifornito di 5 cartucce e un colpo in canna. Non solo. Gli investigatori avevano rinvenuto anche due caricatori per la stessa arma con 7 colpi ciascuno, poi un taglierino e la somma di 6mila e 325 euro. Un vero e proprio “arsenale personale”.
Il 64enne che è stato detenuto in carcere negli ultimi decenni in regime di 41bis era ristretto ai domiciliari dopo un’altra condanna a 7 anni per la rapina compiuta insieme al nipote Vincenzo D’Amicis: i due avevano sottratto l’auto alle due ragazze che accompagnarono a Manduria il 21enne Natale Naser Bahtijari - ucciso con 50 coltellate dal nipote del boss la notte tra il 22 e il 23 febbraio 2022 - costringendole a scendere dal veicolo per bruciarlo ed eliminare le tracce.