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Tangenziale sud Taranto, intesa tra Provincia e «Coine»

Tangenziale sud Taranto, intesa tra Provincia e «Coine»

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Tangenziale sud Taranto, intesa tra Provincia e «Coine»

Il contenzioso sull’appalto: transazione da 1,9 milioni con le imprese

Lunedì 01 Settembre 2025, 11:53

Una transazione da 1,9 milioni di euro. La Provincia di Taranto e le imprese Co.in.e. (Consorzio infrastrutture europee) e C.b.m.c. srl hanno trovato un accordo per superare quelle che, in gergo, si chiamano riserve. Che erano state presentate dalle due aziende durante l’esecuzione dei lavori del secondo lotto della Tangenziale Sud (la Taranto -Talsano).

Da quel che risulta alla «Gazzetta», infatti, l’intesa prevede il versamento di un indennizzo complessivo di 1 milione 939mila euro circa (Iva inclusa) alle imprese, «a titolo di completa e definitiva tacitazione di ogni pretesa», così come riportano gli atti ufficiali.

Il progetto, formalmente denominato «Realizzazione della direttrice viaria interna da Taranto ad Avetrana - primo tronco della strada di scorrimento dallo svincolo di via Cesare Battisti in prosecuzione del ponte Punta Penna sino a via Kennedy nel quartiere di Talsano - 2° lotto funzionale», fu originariamente redatto dall’ingegner Angelo Cimini.

Ora, di seguito, un riepilogo delle tappe amministrative di questa complessa vicenda. Approvato il 15 febbraio 2010, il progetto prevedeva un importo complessivo di 28 milioni 821mila euro e il raggruppamento temporaneo di imprese composto dal Co.in.e. (Consorzio infrastrutture europee) e dalla C.b.m.c. srl si aggiudicò la gara d’appalto offrendo un ribasso del 43,012 per cento. Di conseguenza, il contratto fu stipulato il 4 settembre 2014, per un importo netto contrattuale di oltre 10 milioni di euro per i lavori, e poco più di 1 milione di euro per oneri di sicurezza.

Successivamente, il 3 febbraio 2017 fu approvata una variante al progetto stesso, che fece salire l’importo contrattuale sino a superare la soglia dei 12 milioni di euro.

Durante l’esecuzione dei lavori, però, l’impresa appaltatrice ha presentato le cosiddette riserve. E il 7 novembre 2024, la “Co.in.e.” ha inviato all’amministrazione provinciale una richiesta per avviare una procedura di accordo bonario. A seguito di questa richiesta, il Responsabile unico del procedimento (Rup), Walter Caprino, ha richiesto una relazione riservata del direttore dei lavori, Vito Antonio Prato, che è stata trasmessa poi il 5 dicembre 2024. Inoltre, il 24 febbraio 2025, il funzionario della Provincia e l’appaltatore, rappresentato dall’ingegner Giandomenico Cuscela, procuratore speciale della consorziata Semat Spa, si sono riuniti per analizzare i documenti e discutere le riserve.

Ma esattamente cos’era accaduto? In estrema sintesi, l’azienda ha battuto cassa nei confronti della la Provincia per 8,1 milioni di euro evidenziando alcune incongruenze negli importi di alcuni pagamenti ricevuti dall’Ente e mettendo sul tavolo anche i 5 anni di sospensione del cantiere (dal 2018 al 2023), causata dal trasferimento di alcuni cavi ad alta tensione dell’Enel e di tubature dell’Aqp che insistevano lungo il tracciato della strada.

Alla fine la commissione di collaudo, in una relazione riservata del 17 gennaio 2025, ha ritenuto che si potesse riconoscere un indennizzo parziale all’impresa. E’ stato, dunque, definito un accordo transattivo, stabilendo l’importo da offrire alla ditta pari a 1 milione 589mila euro. Che poi, però, è salito a 1 milione 939mila euro includendo l’Iva.

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