A pochi giorni dal Ferragosto, esplode nuovamente la polemica sull’accessibilità per le persone con disabilità nello stabilimento balneare “Lido Azzurro Persefone” dell’Aeronautica Militare a Lido Silvana, Marina di Pulsano (Taranto). Nonostante la ristrutturazione del 2022 e l’annuncio, lo scorso giugno, dell’autorizzazione alla costruzione di una rampa, i lavori non sono mai partiti.
La Fp Cgil e l’Usb Pubblico Impiego Difesa puntano il dito contro “gravissime carenze strutturali” che di fatto impediscono ai dipendenti con disabilità o con familiari disabili di raggiungere la battigia e i terrazzamenti. Il coordinatore Difesa della Fp Cgil Taranto, Pietro Avellino, parla di “una giornata in spiaggia negata”, mentre il segretario generale Cosimo Sardelli denuncia come “la nuova struttura abbia reso l’accesso ancor più difficoltoso, se non impossibile”.
Le soluzioni provvisorie adottate, come l’utilizzo di una sedia medica sollevata da quattro militari lungo gli scaloni, vengono definite “posticce e pericolose” sia per il disabile che per il personale. Una situazione che, secondo i sindacati, si trascina da oltre dieci anni e che la ristrutturazione recente non solo non ha risolto, ma ha aggravato.
A giugno, il comando della Scuola Volontari dell’Aeronautica Militare aveva comunicato di aver ottenuto fondi e autorizzazioni comunali per la rampa. A metà agosto, però, nessun cantiere è stato aperto. Per questo la Fp Cgil ha dato mandato all’avvocato Luca Bosco di diffidare l’amministrazione militare per violazione di norme costituzionali e balneari, mentre l’Usb ha presentato un esposto alla Procura di Taranto per accertare eventuali responsabilità e verificare le autorizzazioni all’apertura della struttura.
“La mancanza di accessibilità è una forma di discriminazione inaccettabile – sottolinea l’Usb – e non può essere tollerata in una struttura pubblica, frequentata da dipendenti della Difesa e dalle loro famiglie”.
Le sigle sindacali chiedono risposte immediate e interventi concreti, denunciando quella che definiscono “una vergognosa violazione dei diritti” e un caso emblematico di “indolenza istituzionale” in materia di abbattimento delle barriere architettoniche.