«Quante cavolate ho dovuto leggere, quanta ipocrisia, quanta saccenza, tutti lupi di mare pronti a sparare sentenze». Inizia così lo sfogo di una delle figlie di Claudio Donnaloia, il più anziano dei quattro diportisti tarantini scomparsi domenica scorsa mentre erano in mare a bordo di un’imbarcazione, l'unico di cui sia stato ritrovato già il corpo. In seguito alla diffusione della notizia della loro scomparsa, infatti, in molti sui social hanno criticato la scelta dei 4 di andare in barca, nonostante le condizioni meteo e il mare agitato. Accuse, alcune molto forti, a cui la donna ha replicato in maniera dura in un post su Facebook: «Tutti esperti, tutti privi di empatia!»
Anche la Protezione Civile ERA Taranto Magna Grecia, al quale apparteneva il 73enne deceduto, chiedono rispetto: «non sopportiamo i lupi di mare di turno, gli esperti, i tuttologi del nulla. È stata una enorme leggerezza andare in mare in quelle condizioni, lo sappiamo benissimo. E ci sembra che sia stata pagata amaramente, e che sia inutile girare il dito nella piaga. I nostri quattro amici lo adoravano il mare, ingannati dal vento che a riva non è mai come quello quando ci si spinge oltre».
Resta il massimo riserbo sulle cause della tragedia, ma la più probabile in questo momento è che la barca, in condizioni precarie di navigazione a causa del motore, potrebbe aver preso male un’onda ed essersi ribaltata. Questo spiegherebbe anche il mancato allarme lanciato dagli occupanti: un’eventuale avaria avrebbe infatti portato l’imbarcazione alla deriva, ma avrebbe comunque lasciato il tempo di recuperare un cellulare per contattare il 1530 delle emergenze in mare