Una vera e propria piazza di spaccio anche se all’interno del carcere di Taranto. Corrieri, tesorieri, distributori. Ognuno aveva un ruolo: sia i detenuti che parenti e amici fuori dall’istituto «Carmelo Magli». C’è chi individuava i canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti, chi invece le consegnava a casa dei parenti dei detenuti che avevano il compito di farli arrivare all’interno della casa circondariale. C’erano anche coloro che gestivano le postepay su cui venivano caricati i pagamenti degli stupefacenti. Non solo detenuti, come detto: tra le persone che ora rischiano l’arresto ci sono padri, madri, mogli con l’accusa di aver contribuito a vario titolo nello spaccio di droga. Sono complessivamente 41 gli indagati per i quali il gip Giovanni Caroli ha fissato l’interrogatorio preventivo prima di decidere se disporre una misura cautelare o meno: la procura di Taranto ha infatti chiesto la detenzione in carcere per 26 soggetti mentre per gli altri 15 ha richiesto gli arresti domiciliari...
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