TARANTO - Dimezzata nella produzione a causa dell’incidente (e soprattutto della gestione dello stesso, che ha messo fuori uso l’altoforno 1), dissanguata dalle inevitabili perdite di esercizio che stanno azzerando la cassa, stretta tra la necessità di chiudere la trattativa con gli azeri di Baku, offrendo al contempo garanzie sulle autorizzazioni all’esercizio (ovvero l’Aia) e sulla transizione energetica (leggi ormeggio nave rigassificatrice al largo di Taranto), l’ex Ilva sta affrontando il tornante più difficile della sua storia recente.
Basta poco per spegnere tutto e mandare a casa 20.000 operai tra diretti e indiretti. Non è terrorismo ma lo Stato dell’arte, a guardare carte, atti e documenti e soprattutto le facce di chi si sta occupando in queste ore del dossier.
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