Dovranno rispondere anche di bancarotta i due imprenditori tarantini accusati di aver raggirato un senzatetto rendendolo l'amministratore di una società di costruzioni e facendogli ottenere finanziamenti per 1,2 milioni di euro. L'inchiesta della procura di Taranto, raccontata dalla Gazzetta a febbraio scorso si arricchisce di un nuovo capitolo. La società al centro dell'indagine, infatti, nel frattempo è fallita e i pubblici ministeri hanno accertato che i due imprenditori, un 52enne tarantino e un 39enne di Grottaglie, non ha depositato i libri contabili per «procurarsi un ingiusto profitto e danneggiare i creditori». Inizialmente le persone sotto accusa erano tre, ma nei mesi scorsi uno dei tre è deceduto. L'accusa di bancarotta si aggiunge a quelle di truffa aggravata, sostituzione di persona e circonvenzione di incapace. L’inchiesta condotta dai finanzieri del Gruppo di Taranto, guidati all’epoca dal capitano Mauro Nuzzo, ha permesso di ricostruire l’intera vicenda.
Tutto è cominciato quando il 52enne insieme a un complice aveva portato il senzatetto dinanzi a un commercialista di Martina Franca facendogli firmare una serie di documenti con cui, a insaputa di quest’ultimo, era sostanzialmente nominato amministratore di una società di costruzioni meccaniche che di lì a poco avrebbe ottenuto un finanziamenti da 1,2 milioni di euro. Una volta compiuto quel passo, infatti, il 52enne avrebbe realizzato una carta d’identità fasulla del senzatetto con una sua fotografia e così ha avviato contatti con banche e notai per superare l’iter burocratico e ottenere quel tesoro. Non solo...