BARI - La Corte militare di Appello di Roma ha confermato l’assoluzione del luogotenente dei Carabinieri Giancarlo Inguscio, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Fragagnano, accusato dalla Procura militare di Napoli di truffa militare pluriaggravata.
Secondo l’accusa l’ufficiale avrebbe compilato, trasmesso e firmato i modelli «SUP 2» – relativi ai propri servizi – riportando indennità maggiorate rispetto a quelle realmente spettanti, attraverso artifici e raggiri. In questo modo avrebbe indotto in errore l’amministrazione militare procurandosi un ingiusto profitto e causando al contempo un notevole danno economico alle casse pubbliche. Tuttavia la difesa (avvocato Antonio La Scala) ha dimostrato l’assenza di dolo nella condotta dell’imputato, facendo emergere come Inguscio avesse operato in un periodo particolarmente delicato coincidente con l’introduzione di un nuovo sistema informatizzato di attestazione dei servizi, senza adeguati corsi di formazione, né supporto da parte dei servizi informatici o amministrativi. Gli accertamenti hanno evidenziato errori in eccesso ma anche in difetto, ovvero prestazioni realmente eseguite dai militari ma non contabilizzate.
La sentenza, che conferma quella già pronunciata in primo grado dal Tribunale Militare di Napoli, sottolinea che il comportamento dell’imputato non fu guidato da volontà dolosa, bensì condizionato da una generale inefficienza di sistema. Un passaggio significativo nelle motivazioni riguarda proprio il fatto che nessuno ha mai verificato l’aderenza alla realtà dei dati inseriti nei modelli, rendendo infondata l’accusa.