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Taranto, l’ombra della chiusura sugli asili nido comunali

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Taranto, l’ombra della chiusura sugli asili nido comunali

Tempi troppo stretti per l’affidamento ai privati delle 9 strutture

Giovedì 03 Aprile 2025, 09:48

TARANTO - A settembre i nove asili nido del Comune di Taranto potrebbero rimanere chiusi. È indubbiamente questo lo scenario peggiore, ma al tempo stesso possibile, per le strutture educative dedicate ai bimbi sino a tre anni d’età. Potrebbe essere questo, infatti, il primo effetto dei bandi di gara che affideranno ad operatori privati i nidi del Municipio. Ed è proprio sugli avvisi rivolti alle imprese e soprattutto sui tempi da rispettare che la matassa si ingarbuglia pericolosamente.

Per la cronaca, lo scorso 1 aprile, con un provvedimento firmato dal dirigente del settore Servizi educativi, Michele Matichecchia, è stato costituito il gruppo di lavoro per la redazione dei bandi e di tutti gli allegati necessari per indire le gare (capitolato speciale e altro). Si tratta di un pool di funzionari comunali che già nelle prossime ore si cimenterà sugli atti amministrativi. È ragionevole, però, che questa fase duri almeno sino a fine mese o, forse anche, sino alla prima metà di maggio. Da questo periodo poi bisognerà avviare il timer: gli avvisi, infatti, dovranno essere pubblicati per 45 giorni e quindi già così facendo si arriverà più o meno a fine giugno. Poi, la commissione che verrà istituita, a sua volta, dovrà valutare le offerte pervenute e indicare l’impresa vincitrice dei vari bandi. Da quel giorno in poi però, così come prescrive il Codice degli appalti, bisognerà verificare i requisiti dell’azienda aggiudicataria dell’appalto (35 giorni) e, infine, sottoscrivere il relativo contratto. Tirando una riga dunque, nella migliore delle ipotesi, l’impresa che gestirà l’asilo nido della Città Vecchia o quello di Solito Corvisea, ad esempio, potrà essere operativa non prima di settembre-ottobre. Tardi, evidentemente, per programmare il nuovo anno scolastico e per consentire alle famiglie di organizzarsi.

Il secondo scenario, invece, porterebbe a una fase di stallo, ma ugualmente rischiosa. In quest’ulteriore ipotesi, i bandi potrebbero andare deserti nel senso che nessun privato parteciperebbe. Opzione non da escludere, anche in considerazione che lo schema del Comune presuppone che gli operatori siano iscritti al Catalogo regionale in modo da offrire alle famiglie i buoni educativi, indispensabili per abbattere l’importo delle rette mensili. C’è un problema, però, l’iscrizione a questa sorta di banca dati regionale va inoltrata entro fine maggio specificando la struttura per la quale erogare i buoni. Ma a fine maggio, l’incertezza regnerà ancora sovrana.

Infine, l’ultima opzione sul tavolo è quella che maggiormente va incontro ai sindacati, alle forze politiche e soprattutto alle famiglie che si oppongono alla privatizzazione delle nove strutture. La commissaria straordinaria del Municipio, Giuliana Perrotta, potrebbe dare mandato alla Ragioneria di predisporre una variazione di bilancio da 1,6 milioni di euro annullando, di fatto, quanto deciso lo scorso 28 dicembre dalla maggioranza del Consiglio comunale guidata dall’ex sindaco Melucci.

In realtà, ci sarebbe un’ultimissima strada per evitare l’esternalizzazione. Chiunque vincerà le elezioni e indosserà a giugno la fascia tricolore potrebbe dare l’ok alla fatidica mini manovra finanziaria. Ma tutto questo dovrebbe avvenire entro e non oltre il 29 giugno. Il giorno dopo scade la gara per la pulizia degli asili che, senza risorse disponibili, non è prorogabile.

Strada anche questa tecnicamente possibile, ma sarebbe un’autentica corsa contro il tempo.

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