TARANTO - È stato condannato a 2 anni di reclusione il medico finito ai domiciliari alcuni mesi fa con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un suo paziente. A deciderlo è stato il giudice Pompeo Carriere che, nella giornata di ieri, ha inflitto all’imputato giudicato in abbreviato, una pena più lieve dei 3 anni richiesti dal pubblico ministero Marzia Castiglia.
L’inchiesta della Squadra mobile di Taranto è nata della denuncia di un giovane calciatore che dopo una gara aveva avvertito dolori all’inguine e con il fratello si era recato nel più vicino studio di Guardia medica dove il professionista era in servizio. Fin da subito l’atteggiamento del medico è stato ambiguo: ha fatto denudare il giovane e ha subito allungato le mani nelle parti intime e quando il paziente ha chiesto spiegazioni ha provato a sostenere che fosse una pratica per eliminare il dolore. Il giovane atleta, però, si è sottratto a quella violenza e poco dopo ha chiamato le forze dell’ordine che arrivate sul posto hanno identificato l’uomo. Dall’ascolto dei colleghi del medico era emerso poi che l’imputato avesse la tendenza a prendere in carico esclusivamente pazienti uomini con i quali sembrava inoltre flirtare. I colleghi avevano spiegato che il medico era abituato a far «spogliare i pazienti anche quando ciò non era necessario» presentandosi in servizio con «pantaloncini in microfibra, canottiere scollate, pantaloni attillati».