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Intimidazioni, roghi e vitigni devastati: torna l’ombra della mala nel Pulsanese

 
francesco casula

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francesco casula

Intimidazioni, roghi e vitigni devastati: torna l’ombra della mala nel Pulsanese

Sabato distrutta la piantagione della famiglia Elia: danni per 50mila euro. Qualche tempo fa un'inchiesta dei carabinieri portò alla luce i soprusi nelle campagne pulsanesi

Martedì 25 Febbraio 2025, 12:37

PULSANO - Prima il camion dato alle fiamme e poi scomparso e infine la distruzione di un intero vitigno con danni fino a 50mila euro. Torna l'ombra della mala dei pascoli tra le campagne di Pulsano: fiamme e danneggiamenti che hanno il sapore delle ritorsioni e che stanno mettendo a dura prova gli imprenditori agricoli.

Come il dottor Amleto Elia, amministratore della società agricola “La ginestra srl” dell’omonima azienda vitivinicola “Amleto Elia uva da tavola e da vino” che sabato mattina ha dovuto fare i conti con l'amara scoperta all'interno nei suoi terreni: qualcuno infatti ha distrutto le nuove piantagioni che la famiglia ha con fatica costruito in questi ultimi anni. Un danno significativo e non solo economico: una battaglia per la legalità che Elia porta coraggiosamente avanti da anni. Ha presentato una nuova denuncia dopo quella di agosto quando ignoti hanno prima dato alle fiamme un mezzo di lavoro e poi, a distanza di qualche giorno, è stato addirittura fatto sparire.

Sulla vicenda indagano ora i carabinieri coordinati dalla procura della Repubblica: agli inquirenti il compito di risalire agli autori del gesto che potrebbe essere interpretata anche come una forma di intimidazione. Un danneggiamento giunto a distanza di appena una settimana dall'incendio della struttura di Baia Serrone, sul litorale pulsanese, e non si esclude che i fatti possano avere una matrice comune.

La famiglia Elia anche in passato ha denunciato atti di sopraffazione che da sempre hanno seminato terrore tra gli agricoltori del territorio e da anni è seguito anche dall'associazione antiracket “Taras” guidato da Mino Sessa, ex investigatore in pensione.

Già qualche tempo fa un'inchiesta dei carabinieri, coordinati dal pm Remo Epifani, ha portato alla luce i soprusi avvenuti nelle campagne pulsanesi. Il blitz «Lupara» ha portato alla luce «la mala dei pascoli» e al termine del processo di primo grado ha inflitto quattro condanne a pene comprese da un minimo di 1 anno e 4 mesi a un masismo di 7 anni.

Secondo l’accusa, gli imputati (che al momento non sono indagati negli attentati alla famiglia Elia) facevano pascolare le greggi sui terreni di altre aziende agricole e chi protestava rischiava minacce, incendi e danneggiamenti, ma come detto solo alcuni di questi capi di imputazione sono stati ritenuti provati. Le indagini dei carabinieri, comunque, hanno permesso di individuare una zona ricompresa tra i comuni di Pulsano, Leporano, Lizzano e Taranto, per un’estensione di diverse centinaia di ettari, in cui alcuni imputati, dopo aver occupato abusivamente un’antica masseria e le aree di pascolo, destinate come ricovero degli animali e alla macellazione clandestina, avano acquisito il controllo delle aree per il pascolo delle greggi esercitando un’asfissiante forza intimidatrice nei confronti di numerosi imprenditori agricoli, costretti a subire le invasioni di oltre capi di bestiame di proprietà dell’azienda agricola riconducibile degli imputati.

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