Comincerà ad aprile il processo per il 38enne Giuseppe Leggieri, il figlio 20enne Andrea e il 24enne Mario Caponio accusati di tentato omicidio per l’agguato ai danni di un 22enne di origine pakistana avvenuto il 13 settembre scorso a Massafra.
Il pubblico ministero Francesco Sansobrino ha chiesto e ottenuto, infatti, il giudizio immediato. I tre massafresi, difesi dagli avvocati Rosario Levato e Ignazio Dragone, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia guidata dal capitano Gerardo Manzolillo, alcuni giorni dopo quell’agguato.
Le indagini avevano poi consentito di scoprire che in realtà la vittima, successivamente operata d’urgenza nell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto per l’asportazione totale della milza, non era il vero bersaglio dei tre uomini: l’obiettivo era infatti un connazionale del 22enne che poche ore prima avrebbe molestato una donna conosciuta da uno dei tre imputati. Il vero bersaglio della spedizione punitiva era stato contattato telefonicamente e minacciato in piena notte, ma il feroce blitz aveva poi sbagliato destinazione. I tre evidentemente, non avevano fatto differenza tra i due stranieri, e uno di loro aveva aperto il fuoco contro la persona sbagliata. Mi hanno visto attraverso la vetrata della porta e mi hanno guardato in faccia prima di spararmi» aveva dichiarato la vittima successivamente alle forze dell’ordine.
Una spedizione punitiva avvenuta nei pressi di corso Regina Margherita e della frequentatissima villa comunale e progettata fin dai primi momenti. Tutto era cominciato quando due ragazze avevano accettato di fare colazione con l’amico pakistano che, però, aveva avuto comportamenti molesti al punto che le due giovani erano scappate dando l’allarme a familiari e amici. Immediata era partita la caccia all’uomo poi culminata con l’agguato ai danni di una persona sbagliata. Nelle carte infatti si legge che l’obiettivo di chi ha aperto il fuoco era uccidere: «Ne è prova – si legge nelle carte - la minaccia che Giuseppe Leggieri ha proferito telefonicamente al suo bersaglio alle 4:30 del mattino» per poi aggiungere «Ora ti faccio vedere io».
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona avevano infatti prima ripreso il gruppo dei tre in quei momenti e poi immortalato Giuseppe Leggieri mentre raggiungeva l’abitazione della vittima e collocava una pistola dietro al suo pantalone.
Entro 15 giorni, i tre imputati avranno la possibilità, attraverso i propri legali, di scegliere di essere giudicati con il rito abbreviato che, nel caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena.