LIZZANO - Sono 42 gli anni di carriera del luogotenente Casimiro Di Fiore, comandante uscente della stazione di Lizzano e nell’Arma dei carabinieri dal 1983, che oggi si congeda dopo una lunga attività spesa al servizio della comunità.
Nato a Palermo nel 1964 si è arruolato appena compiuta la maggiore età, come detto negli anni ‘80. I suoi primi anni di servizio li ha svolti al comando provinciale di Reggio Calabria e dopo questa prima esperienza ha frequentato tra il 1989 e il 1990 la scuola sottufficiali di Velletri e Vicenza.
Alcuni anni dopo, all’età di 26 anni, ha poi ricevuto una promozione al grado di vicebrigadiere e dal 1991 e fino al 2004 ha raggiunto come prima destinazione la stazione di Pulsano per poi approdare a Lizzano, dove ha trascorso il periodo più lungo della sua carriera, ma anche della sua vita. Un ventennio caratterizzato in qualità di comandante, che lo hanno reso un punto di riferimento per la cittadinanza e svolto con estrema dedizione e partecipazione.
Una professionalità di cui l’Arma si è avvalsa nei diversi ambiti, dalla polizia giudiziaria fino all’ordine pubblico, mostrando sempre pragmatismo e risolutezza.
Sono diversi i riconoscimenti per le operazioni di servizio, ma anche le onorificenze ricevute. Tra queste, la medaglia al merito del Presidente della Repubblica per il conseguimento dei dieci anni di carriera militare. Non solo. Anche la croce d’oro per l’anzianità di servizio, la medaglia d’oro al merito di lungo comando e il nastrino d’oro come comandante di stazione. Tante le attività investigative sul territorio pugliese del luogotenente Di Fiore che hanno condotto all’arresto di diversi esponenti della criminalità, dediti allo spaccio, a rapine ed estorsioni e anche all’usura. Tra queste, solo per menzionarne alcune, basti pensare all’operazione «Mercurio», «Satellite», «Titti», «Arancia Meccanica», «Compare mio», «Minotauro», «Red Shoes» e «Submerged Land».
Ma il comandante uscente Di Fiore è riuscito a costruire rapporti umani importanti nel suo lungo percorso, lasciando una traccia indelebile nei collaboratori che hanno avuto il privilegio di lavorare al suo fianco: «Ha dedicato la sua intera vita alla difesa e al mantenimento dell’ordine pubblico, incarnando - hanno detto di lui i colleghi - fino all’ultimo i valori di fedeltà onore e disciplina che caratterizzano i carabinieri. Un percorso professionale che lo ha visto ricoprire incarichi di rilievo in diverse unità dell’Arma, dimostrando sempre grande dedizione e competenza. Lascerà un ottimo ricordo anche per le sue doti umane, e caratteriali, mostrate quotidianamente sia con la popolazione che con i suoi collaboratori».