TARANTO - La prima portaerei della Marina italiana, la nave «Giuseppe Garibaldi», a dicembre andrà in disarmo e farà rotta per Genova. Il porto ligure potrebbe accoglierla per il suo ultimo viaggio aprendo la strada al suo nuovo destino: il Garibaldi diventerà il primo museo navale galleggiante d’Italia, aggiungendo quest’altro primato al suo già ricco carnet.
L’operazione nasce in seno al Centro «Giuseppe Bono», istituzione culturale e scientifica collegata a Fincantieri, che già diversi mesi fa ha presentato alla Marina Militare un dettagliato progetto per la musealizzazione dell’unità navale. L’iniziativa è guidata dall’ammiraglio Sergio Biraghi, già capo di stato maggiore della Marina e oggi vicepresidente del Centro di analisi sulla marittimità «Giuseppe Bono» a cui il Consiglio ha conferito pieno mandato a perseguire il piano per la trasformazione della unità militare, che ha compiuto 40 anni, in un sito museale, culturale, congressuale e di formazione sulla marittimità dell’Italia, sul Mediterraneo e sulla Marina.
Il Centro «Giuseppe Bono», intitolato al manager pubblico protagonista del rilancio dell’industria delle costruzioni navali in Italia, è guidato da Massimo Ponzellini, presidente onorario della Banca europea per gli investimenti, mentre il sindaco di Genova, Marco Bucci, ne è presidente onorario. Ne fanno parte, oltre a Emanuela e Nicola Bono, figli dell'ex Ceo di Fincantieri, e al già citato ammiraglio Biraghi, Piero Gnudi (già presidente dell’Iri e attuale presidente di Nomisma), l'armatore Manfredi Lefebvre, Fabrizio Palenzona (Ceo di Prelios), Fabrizio Palermo (Ceo di Acea) e Pierfrancesco Vago (Ceo di MSC Crociere). Direzione e coordinamento operativo del Centro studi «Bono» sono affidati a Bruno Dardani, che ha spiegato alla «Gazzetta» i dettagli dell’operazione Garibaldi.
Secondo quanto auspica il progetto del Centro studi Bono la destinazione finale dell’unità sarà il porto di Genova, quando a dicembre nave Garibaldi cesserà il lungo servizio in mare. A che punto siamo? Quanto c’è di concreto?
«Faccio una piccola premessa. So che Taranto nutriva aspettative rispetto alla musealizzazione dell’unità. Ma so anche che alla Marina non sono pervenute da Taranto ipotesi progettuali concrete, almeno ad oggi. Il Centro Bono, quando si è cominciato a parlare di dismissioni dell’unità, ha coltivato l’ipotesi di potenziare la filiera del turismo del mare che a Genova muove grossi numeri tra il Museo del Mare e l’Acquario, mettendo a punto un progetto dettagliato, che è già stato condiviso nelle sue linee essenziali con i vertici della Marina Militare italiana. Per capirci, la nostra ipotesi progettuale ricalca per filosofia dell’intervento quello che ha fatto della portaerei USS Intrepid una delle principali attrazioni turistiche e culturali di New York. O, meglio ancora, il San Francisco Maritime National Historical Park che conserva ed espone la più grande collezione di navi storiche degli Stati Uniti, tutte ormeggiate lungo l’Hyde Street Pier, sul lungomare settentrionale della città americana. Lì la collezione è composta da quattro navi aperte ai visitatori, con una serie di servizi ed attrazioni collegate e un Museo Marittimo. La nostra idea parte da qui. Intorno al Garibaldi vorremmo che nascesse un grande sito in grado di polarizzare interessi turistici, congressuali, di studio e di favorire al tempo stesso l’insediamento a Genova, non casualmente in una porzione di porto immediatamente a ridosso dell’area crocieristica, di importanti realtà direttamente connesse con la vocazione marittima e mediterranea del più importante porto del Paese».
A Taranto non l’hanno presa benissimo. Del resto il Garibaldi per 40 anni è stato di casa in riva allo Ionio...
«Noi pensavamo che l’ipotesi Taranto fosse tramontata perché nessuno ne parlava e non avevamo notizie di interlocuzioni tra le istituzioni locali e la Marina. Quando abbiamo lanciato il nostro progetto poi ci siamo accorti che a Taranto questa idea era rimasta un po’ nel limbo, ma non mi pare ci sia nulla di concreto. Conosco bene la città perché ha grandi affinità con Genova e mi dispiace per tutte le sue perdute occasioni. È una bellissima città, deve fare chiarezza sul suo destino. Ha tante potenzialità, a volte sembra manchi di pragmatismo. Anche Genova sembrava una città destinata a un declino progressivo, poi è arrivata la svolta e anche la percezione internazionale della città è cambiata».
Il centro studi Bono ha presentato un progetto con uno studio preliminare che ha l’ammiraglio Biraghi come referente principale. Non è casuale, mi pare...
«Circa 20 anni fa, nell’agosto del 2005, lo stesso Biraghi fu il protagonista del progetto di trasferimento del sottomarino Enrico Toti, che per 4 anni era rimasto pressoché abbandonato nel porto fluviale di Cremona, sino al Museo della Scienza e della Tecnica nel centro di Milano. Se ricordate fu un’operazione eccezionale e indimenticabile il trasferimento dal porto fluviale di Cremona attraverso le campagne lombarde e il tessuto urbano di Milano. Il sommergibile sfiorava i palazzi... Quella impresa ebbe le caratteristiche di una vera e propria avventura, il cui sforzo fu sostenuto da importanti realtà imprenditoriali che finanziarono l’operazione».
E a Genova? C’è lo stesso fermento di Milano che attendeva il Toti?
«Secondo i primi sondaggi effettuati dal Centro Bono si sta ricreando lo stesso habitat favorevole, sia a livello istituzionale che di grandi gruppi e famiglie imprenditoriali che hanno già manifestato un primo interessamento a far parte dell’“avventura” Garibaldi. Per altro, proprio a Genova, il precedente dell’Acquario ha dimostrato come queste iniziative dispieghino in breve tempo tutta la loro potenzialità. Bisogna anche considerare che l’idea di portare il Garibaldi a Genova ha una serie di motivazioni economiche sì, ma anche culturali. Genova negli anni è rimasta un po’ la capitale dello shipping, dell’economia del mare per l’Italia. In aggiunta a questo va considerato che è il secondo porto crocieristico italiano dopo Civitavecchia dove operano colossi come MSC, Costa Crociere. Da qui l’idea di battere ancora la filiera del turismo del mare aggiungendo il tassello prestigioso del museo navale galleggiante all’offerta del più importante acquario del Mediterraneo e al Museo del Mare, con una connessione diretta con l’Accademia della Marina mercantile. Questo è il quadro di sistema, diciamo complessivo. Ovviamente in questa operazione è stato coinvolto, direttamente dall'inizio, il sindaco di Genova Marco Bucci. La sponda dell’amministrazione pubblica in una operazione del genere è importante. Bucci poi è un pragmatico. È l’uomo del miracolo che ha lavorato affinché il ponte Morandi fosse ricostruito dopo un anno da quella tragedia. Non posso entrare nel dettaglio del progetto, ma posso dire che la Marina ha preso in seria considerazione l’ipotesi Genova anche perché andrebbe anche in forte sinergia con una serie di altre organizzazioni museali in Nord Italia, sto parlando del Museo del Mare a Genova ma anche del Museo della scienza e della tecnica a Milano. Il progetto rientra nei grandi progetti per Genova come ribadito proprio dal sindaco Marco Bucci e si basa su un pre-requisito essenziale, quello del riuso immediato della nave non appena sarà dismessa dalla Marina».
Non per buttare acqua sul fuoco del vostro entusiasmo, ma tra le ipotesi di futuro per l’unità resta in piedi anche quella di una possibile cessione a Marine estere. Si parla dell’Indonesia...
«Il progetto di Genova potrebbe risultare alternativo proprio rispetto alle eventuali ipotesi di cessione a Marine estere; quella che è stata l’ammiraglia della flotta italiana, è stata anche il simbolo di una svolta epocale, il salto di livello come proiezione globale del Paese. Ora è destinata a diventare al tempo stesso un simbolo della marittimità italiana e genovese, nonché del ruolo della Marina».
Il Garibaldi è la nave che ha fatto la storia moderna della Marina Militare. Lunga 180 metri e larga una trentina al ponte, impegnerà una banchina di notevoli dimensioni. Avete già individuato dove collocarla?
«Non posso anticipare molto, ma dico solo che sarà una situazione non distante dal terminal crocieristico di Genova. L’idea è quella di costituire un polo della marittimità con l’Acquario che è la parte diciamo ambientale e naturalistica, il Garibaldi la parte marittima e militare e, per chiudere il cerchio, il Museo del mare che è cresciuto molto con grandi investimenti anche sulla tecnologia. Penso alla sala delle tempeste. Così Genova sarà un’esperienza unica, completa ed entusiasmante per vivere il mare davvero a 360 gradi».