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«Le accuse sono infondate: siamo il capro espiatorio»

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

«Le accuse sono infondate: siamo il capro espiatorio»

La Kratos ha sempre operato con «correttezza e limpidezza» e le accuse sono prive «di qualsiasi fondatezza»

Martedì 20 Agosto 2024, 07:47

La Kratos ha sempre operato con «correttezza e limpidezza» e le accuse sono prive «di qualsiasi fondatezza».

Comincia così la lunga lettera inviata dalla Kratos alla stampa dopo l'inchiesta della Gazzetta sul servizio di soccorso dei gatti feriti. Una lunga missiva nella quale, pur definendo infondate le accuse, in realtà non smentisce quanto raccontato nei giorni scorsi, ma punta il dito contro il Comune e l'Asl. Sulla stanza adibita al ricovero dei gatti in cui a luglio furono ritrovati circa 20 felini di cui 12 in condizioni tali da richiedere il trasferimento in clinica la Kratos spiega che è di proprietà del Comune e di aver sollevato più volte le criticità: «le innumerevoli comunicazioni sia verbali che cartacee, inerenti le migliorie da apporre in essere all'interno dei locali suddetti, risultano inevase» e la cooperativa viene erroneamente indicata come «responsabile di inadempienze in realtà attribuibili al solo Comune di Taranto».

Sulla problematica dei gatti dimessi dalla clinica ma che devono continuare ad assumere farmaci, la coop ha chiarito che «delle associazioni rispondenti ai criteri autorizzativi inerenti alla Suap di Taranto e alla loro disponibilità a prendersi cura degli animali pur sostenendo la Kratos le spese dei farmaci e di mantenimento a tutt’oggi solo l’associazione “Yuki e Pupetta” si è resa partecipe di questa encomiabile azione».

Ancora la cooperativa ha parlato di aumento dei gatti randagi: un fenomeno definito «dilagante» perché gli animali non vengono sterilizzati. A chi spetta il compito? All'Asl.

Infine sulla disponibilità di effettuare il soccorso con ambulanza veterinaria e medico a bordo la Kratos ha evideniato che la struttura veterinaria della Croce Azzurra, unica aperta h24 come richiesto dal Comune, «non disponga di una autoambulanza veterinaria stabilmente inserita nella rispettiva organizzazione». Per la società invece era preferibile del San Raphael di Castellaneta «struttura in grado di garantire l’autoambulanza veterinaria organicamente collegata alla stessa struttura. Queste criticità, ostacolano la disponibilità dei medici veterinari ad effettuare la fattispecie di visita preliminare al ricovero dell’animale».

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